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Si chiude la querelle sulle quote-latte

Gli accordi faticosamente negoziati a Bruxelles sono oggi sanciti da un decreto-legge appena emanato dal Consiglio dei Ministri: l’annosa questione delle quote-latte, su cui da decenni si registra una contesa fra gli allevatori italiani e le ferree regole dell’Unione Europea, sembra ormai puntare verso la risoluzione definitiva.

Come noto, l’Europa impone dei limiti massimi alla produzione di latte per evitare il crollo dei prezzi legato alla sovrapproduzione. Lo Stato italiano ha dovuto pagare negli anni svariati miliardi di euro legati alle multe provenienti da Bruxelles a causa delle continue violazioni degli allevatori, multe che poi lo Stato ha addebitato agli stessi imprenditori: da qui, le infinite battaglie a colpi di cortei guidati dall’indimenticabile mucca Ercolina.


Le nuove regole fissate dal ministro dell’Agricoltura Luca Zaia e concordate con l’Europa stabiliscono quanto segue. L’Italia ha diritto ad una produzione complessiva annua di 835.000 tonnellate, da ripartire fra le 8.404 aziende del settore: èun po’ di pi๠rispetto al passato, e ciಠconsentirà  di assorbire la sovrapproduzione accumulata.
Le nuove norme scattano dal primo aprile, e all’allevatore che dovesse sgarrare saranno imposte multe salatissime.


Inoltre, nessuno potrà  vendere ai colleghi parte della propria quota: questo significa che le 835.000 tonnellate sono una soglia massima che nella realtà  non sarà  affatto raggiunta, poichè alcuni allevatori impiegheranno il 100% della propria quota e altri si attesteranno a percentuali minori senza poter rivendere a terzi la porzione di quota non utilizzata (al contrario del passato).

Infine, lo Stato deve ancora recuperare circa 1.671 milioni di vecchie multe: chi lo desidera potrà  pagare a rate per 10, 20 o 30 anni (a seconda dell’ammontare) con interessi ridotti, ma a chi salterà  anche una sola rata sarà  richiesto di pagare il debito residuo tutto in una volta.