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Sicurezza sul lavoro, pene meno aspre

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Il Consiglio dei Ministri ha licenziato in prima lettura il testo di riforma in materia di sicurezza sul lavoro. La famosa legge 626 del 1994, infatti, fu sostituita da una nuova normativa varata l’anno scorso in chiusura di legislatura, con il decreto legislativo 81/2008.

Secondo l’attuale ministro del Welfare Maurizio Sacconi, perà², le nuove norme sono nate in un clima difficile, da campagna elettorale, e con una contrapposizione sociale piuttosto elevate fra le sigle di rappresentanza dei lavoratori e delle imprese.


Cosଠil Governo ha ritenuto di dover tornare sulla questione e approntare una serie di modifiche alle norme varate appena l’anno scorso. Due sono le direttrici su cui si muove la nuova riforma: attenuare le pene previste per i datori di lavoro e accentuare la prevenzione degli incidenti.

Si ritiene, infatti, che le sanzioni penali previste dal D.Lgs. 81/2008 fossero esageratamente pesanti e le si èridimensionate, escludendo il carcere in una pluralità  di fattispecie. Le sanzioni rimangono comunque pi๠aspre rispetto a quelle previste un tempo dalla legge 626.


In secondo luogo, come precisa una nota del Governo, “l’auspicio èche si vada verso il superamento della cultura sanzionatoria a favore di una maggiore all’aspetto preventivo, a cominciare da una migliore formazione e un’effettiva informazione”.
La “controriforma” èstata vivacemente contestata dalla CGIL mentre ha acquisito il parere favorevole delle altre organizzazioni sindacali, della Confindustria, Confartigianato e Confesercenti.

L’opposizione del principale sindacato dei lavoratori ha suscitato lo sdegno di Sacconi che ha affermato che “spiace constatare che alcuni, i soliti noti, hanno confermato la loro attitudine al pregiudizio e qualcuno anche a un linguaggio violento”.
Cauta apertura ad un miglioramento formale della legge èstata espressa dal Partito Democratico.