Il Consiglio dei Ministri del Governo Letta che si ètenuto nella giornata di mercoledଠ26 giugno ha sciolto alcuni importanti nodi della politica economica dei prossimi mesi. Durante la conferenza stampa il governo ha annunciato l’ufficiale stop dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto Iva dal 21% al 22%, posticipandolo al 1 ottobre 2013. Ciಠche ha permesso di stoppare l’aumento della tassazione, che avrebbe colpito i consumatori e sopratutto il livello dei consumi in forte calo, grazie all’introduzione della tassa sulle sigarette elettroniche e ad un aumento dell’acconto Irpef, l’imposta sulle persone fisiche.
Ovviamente non sono stati gli unici provvedimenti adottati dal Governo nell’ultimo Consiglio dei Ministri, oltre l’invocato e tanto atteso rinvio dell’aumento dell’Iva al 22 per cento al 1 ottobre 2013 èstato approvato anche  il decreto occupazione, che tenta di dare una sferzata all’occupazione giovanile in Italia.
Il problema principale per lo slittamento dell’aumento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21 al 22 per cento era ovviamente la mancante copertura finanziaria. Il Governo ha lavorato molto per reperire la somma necessaria a coprire il mancato introito, che esattamente ammonta ad 1 miliardo di euro. La soluzione sembra essere stata trovata accingendo a due tipi diversi di risorse. Il nodo èstato sciolto vertendo su due particolari voci di bilancio.
Le risorse economiche sono state reperite attraverso due tipi di intervento: il primo riguarda l’aumento della tassazione della moda del momento, che tanto ha fatto parlare negli ultimi tempi, cioèle cosiddette sigarette elettroniche, che in gergo tecnico si chiamano e-cig; l’altra forma di introito trovata a copertura dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto èstato l’anticipo sull’acconto dell’imposta sulle persone fisiche, cioèl’Irpef.
Nel decreto occupazione  èpianificata l’introduzione della tassa sulle sigarette elettroniche. Il testo di leggere recita infatti che i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati, nonchè i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo, sono assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico.