Ora, perà², le case editrici devono fare i conti con un colpo molto duro inferto dal ministro Scajola. Fra le varie agevolazioni, c’era la possibilità di pagare tariffe minime per la spedizione di libri, riviste e quotidiani ad abbonati e acquirenti occasionali mediante il servizio di Poste Italiane. Le Poste, a consuntivo, si facevano rimborsare della differenza dal ministero.
In tempi di crisi e di continui tagli al bilancio, tuttavia, anche questa voce di spesa èstata cancellata. Il motivo èsemplice: non ci sono pi๠fondi per rimborsare le Poste; basti dire che i cinquanta milioni stanziati per il 2010 sono andati esauriti già a marzo.
Con decreto ministeriale urgente, dunque, Scajola ha stabilito che i contributi per la spedizione postale dei prodotti editoriali sono cessati il 31 marzo scorso, anche se non èscluso una ripresa dell’agevolazione qualora si trovassero nuovi fondi (impresa pressochè impossibile).
La decisione del ministro ha suscitato le reazioni sdegnate delle case editrici, soprattutto quelle minori che pubblicano periodici specializzati che sopravvivono pi๠grazie agli abbonamenti che al circuito delle edicole. Ora queste società dovranno per forza ritoccare pesantemente il costo di vendita per far fronte al nuovo costo delle spedizioni postali, rischiando di dare la mazzata definitiva al numero di copie vendute.
Poco convinta anche l’Antitrust, che tuttavia riconosce che perlomeno viene meno un sistema che avvantaggiava indebitamente le Poste rispetto agli spedizionieri privati.