Al bonus, pari ad una quota delle spese sostenute e impiegabile esclusivamente in compensazione, hanno infatti concorso migliaia di aziende, sbancando tutte le previsioni: il che èottimo per lo sviluppo economico del Paese ma non lo èper le casse dello Stato, impreparate ad un simile afflusso di domande.
In un primo momento, infatti, non erano previsti limiti particolari, cosicchè chiunque presentava i requisiti di legge poteva legittimamente richiedere il bonus. Il 28 novembre 2008, invece, fu introdotto un sistema di controllo, tale da far sଠche le nuove domande potessero essere soddisfatte solo fino ad esaurimento dei fondi stanziati: nel maggio 2009 ci fu cosଠil famigerato click-day, che in soli trentacinque secondi portಠa spazzolare via tutte le risorse a disposizione.
Questo evento portಠa due conclusioni: la revisione del meccanismo del click-day per i bonus successivi e la furia di migliaia di aziende, le quali, pur possedendo tutti i requisiti, si erano viste privare del credito d’imposta per una questione di secondi.
Il problema riguarda soprattutto quella folla di imprese (circa 17.500) che avevano sostenuto le loro spese prima del famoso 28 novembre, quando cioènon potevano ancora prevedere un meccanismo di limitazione e che dunque avevano sostenuto spese anche ingenti contando in buona fede su un’agevolazione data per certa.
Una situazione iniqua che ha portato il Governo a stanziare fondi straordinari a favore di queste imprese. Il loro credito complessivo ammonta a 737 milioni di euro (mediamente quarantaduemila euro a testa): i primi 350 saranno sbloccati entro il 2011, per gli altri si dovrà ancora attendere.