Il primo ha la funzione di agevolare il passaggio verso la tecnologia digitale per tutti coloro che svolgono attività di esercizio cinematografico, inclusi gli enti non commerciali: non solo i cinema in senso stretto, dunque, ma anche le sale parrocchiali o le associazioni culturali.
Si puಠrichiedere un credito d’imposta fino a 50.000 euro (per ogni schermo) esente da imposizione e utilizzabile esclusivamente in compensazione.
Il credito riconosciuto èpari al 30% degli investimenti effettuati per l’acquisto, anche in leasing, di apparecchiature per la ricezione e la riproduzione del segnale digitale, nonchè le eventuali spese sostenute per la formazione del personale e la ristrutturazione dei locali. Le spese devono essere state sostenute fra il 1° giugno 2008 e il 31 dicembre 2010.
I cinema “professionali†potranno essere agevolati fino a quattro schermi (o dieci, se situati in Comuni con meno di cinquantamila abitanti).
Al contrario di altre agevolazioni, non sono previste limitazioni legate ai fondi disponibili: chiunque abbia i requisiti e presenterà relativa domanda sarà dunque accontentato.
Questo l’iter. Occorre presentare innanzitutto due documenti preliminari: un’autocertificazione in cui si dichiara di avere o non avere percepito aiuti successivamente definiti incompatibili dall’Unione Europea ma comunque non restituiti e una comunicazione preventiva dei costi sostenuti o da sostenersi (mediante un modello che sarà presto pubblicato).
Quindi, a fine lavori, bisognerà spedire l’istanza vera e propria con il riepilogo finale. Il ministero comunicherà quindi l’importo spettante del credito e, insieme all’Agenzia delle Entrate, eseguirà gli opportuni controlli.
Gli enti non commerciali sono perಠtenuti ad un semestre di programmazioni con film italiani o stranieri rari oppure ad alto interesse culturale.