Per sostenerlo e far riguadagnare all’Italia un po’ del terreno perduto nei confronti delle altre nazioni occidentali, pi๠progredite in questo specifico ramo, il ministero dello Sviluppo Economico ha appena pubblicato un bando molto interessante per le aziende del settore, per cui sono stati stanziati cinque milioni di euro.
In realtà , il discorso non riguarderà solo le imprese italiane, per un motivo molto semplice: si tratta di fondi comunitari, riservati allo sviluppo di progetti presentati da raggruppamenti di piccole e medie imprese operanti in almeno due distinte nazioni comunitarie. I progetti devono concernere lo “sviluppo sperimentale†e/o la “ricerca industriale†nel settore biotecnologico.
Nei raggruppamenti di imprese possono partecipare anche società di grandi dimensioni, purchè i ruoli-chiave siano comunque riservati alle PMI; analogamente, non èsclusa a priori la partnership con le università e con altri organismi pubblici, alle condizioni descritte.
Il bando richiama anche la definizione dell’OCSE di “biotecnologiaâ€, il che èprezioso per evitare contestazioni e offrire precisi punti di riferimento: si tratta dell’applicazione della scienza su organismi viventi al fine di determinare delle alterazioni che producano conoscenza, beni o servizi. Sono escluse, ovviamente, le sperimentazioni vietate dalla nostra legislazione, come la clonazione di esseri umani o la manipolazione genetica degli embrioni.
I progetti devono essere presentati al pi๠tardi entro il primo febbraio 2010.
Va ricordato che bandi analoghi sono stati varati anche negli anni precedenti: l’ultima volta, nell’aprile scorso, furono selezionati in tutta Europa ventuno progetti, di cui otto vedevano la partecipazione di aziende italiane. àˆ dunque auspicabile che anche in quest’occasione le nostre società offrano una partecipazione massiccia e qualitativamente elevata.