Quante volte abbiamo sentito parlare dei cervelli in fuga? Stavolta si parla di cervelli italiani che trovano la fortuna e la possibilità di esprimersi all’estero. Ecco quello che scrive in proposito Confesercenti.Â
Ci sono stati 107.539 italiani in dieci anni che hanno lasciato il nostro Paese per cercare fortuna all’estero. Dal 2006 ad oggi, il tasso di mobilità italiana ècresciuto del 54,9 per cento passando da 3 a 4,8 milioni di persone. L’incremento ha riguardato tutti i paesi del mondo e nello specifico quelli che accolgono già da anni copiose comunità di italiani, per esempio Argentina, Germania e Svizzera. Ci sono state tuttavia delle variazioni importanti anche per altre destinazioni:
le variazioni pi๠significative degli ultimi 11 anni hanno riguardato la Spagna (+155,2%) e il Brasile (+151,2%). Sono questi i dati contenuti nel Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Il 69,2%, quasi 75 mila italiani, si ètrasferito nel Vecchio Continente: l’Europa, quindi, si conferma essere l’area continentale maggiormente presa in considerazione dai trasferimenti degli italiani che vanno oltre confine. In brusca riduzione, invece, l’America meridionale (-14,9% di variazione in un anno ovvero pi๠-2.254 italiani in meno nell’ultimo anno). Stabile l’America centro-settentrionale e solo 352 connazionali in pi๠in un anno per le altre aree continentali contemplate dall’Aire (Asia, Africa, Australia, Oceania, Antartide). Su 107.529 espatriati nell’anno 2015, i maschi sono oltre 60 mila (56,1%).
Al riepilogo fatto da Confesercenti non sfugge la panoramica sui migranti divisi per fasce d’età . I pi๠rappresentati sono i giovani tra i 18 e i 34 anni che sono il 36,7% del totale. A seguire ci sono i giovani tra 35 e 49 anni che rappresentano il 25,8 per cento del totale. Molti anche i minori mentre sono pochi quelli che espatriano dopo aver superato i 65 anni (soltanto il 6,2%).