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Abilitazione ingegnere

Il numero degli iscritti all’Albo degli ingegneri complessivamente cresce: alla fine del 2008 il nostro Paese contava 213.399 ingegneri, pari ad oltre 6.300 professionisti in pi๠rispetto ad un anno prima.

Tuttavia, questo dato èambivalente: se il numero complessivo èffettivamente cresciuto, si riduce invece notevolmente la somma di coloro che, ottenuta la laurea, si presentano poi all’esame di Stato per l’abilitazione professionale e lo superano.

In altre parole, l’età  media degli iscritti tende a crescere, e se tale trend si confermerà  negli anni a venire anche il numero complessivo inizierà  a calare.


In effetti, nei dodici mesi considerati gli abilitati ai profili senior e junior della professione si sono ridotti rispettivamente del 9% e del 7%, un calo comunque minore rispetto a quello perfino pi๠vistoso dell’anno precedente.

E cali ugualmente preoccupanti si registrano anche nella professione “gemella”, quella degli architetti.
Altrettanto significativo ènotare che fino a pochi anni fa nove laureati su dieci ottenevano l’abilitazione, contro i sette su dieci odierni.

Pare, insomma, che l’iscrizione all’Albo non assuma pi๠quell’appeal che pure aveva mantenuto non molti anni fa; ma sono gli stessi corsi universitari che hanno visto calare a poco a poco gli iscritti negli anni.


C’ poi un altro fattore: la formula “3+2”, messa da molte parti sotto accusa. La laurea triennale èvista come insufficiente da parte del mercato del lavoro, che invece richiede pi๠spesso la pi๠impegnativa laurea specialistica. Questo si traduce, in altre parole, in un rallentamento degli ingressi dei giovani nel mondo del lavoro rispetto ai vecchi tempi della laurea quadriennale.