Tuttavia, questo dato èambivalente: se il numero complessivo èffettivamente cresciuto, si riduce invece notevolmente la somma di coloro che, ottenuta la laurea, si presentano poi all’esame di Stato per l’abilitazione professionale e lo superano.
In altre parole, l’età media degli iscritti tende a crescere, e se tale trend si confermerà negli anni a venire anche il numero complessivo inizierà a calare.
In effetti, nei dodici mesi considerati gli abilitati ai profili senior e junior della professione si sono ridotti rispettivamente del 9% e del 7%, un calo comunque minore rispetto a quello perfino pi๠vistoso dell’anno precedente.
E cali ugualmente preoccupanti si registrano anche nella professione “gemellaâ€, quella degli architetti.
Altrettanto significativo ènotare che fino a pochi anni fa nove laureati su dieci ottenevano l’abilitazione, contro i sette su dieci odierni.
Pare, insomma, che l’iscrizione all’Albo non assuma pi๠quell’appeal che pure aveva mantenuto non molti anni fa; ma sono gli stessi corsi universitari che hanno visto calare a poco a poco gli iscritti negli anni.
C’ poi un altro fattore: la formula “3+2â€, messa da molte parti sotto accusa. La laurea triennale èvista come insufficiente da parte del mercato del lavoro, che invece richiede pi๠spesso la pi๠impegnativa laurea specialistica. Questo si traduce, in altre parole, in un rallentamento degli ingressi dei giovani nel mondo del lavoro rispetto ai vecchi tempi della laurea quadriennale.