Tuttavia, da parte dei negozianti e dei supermercati si chiede con sempre maggiore insistenza una totale liberalizzazione su orari e giorni di apertura.
A dispetto della crisi dei consumi, infatti, l’associazione dei grandi distributori commerciali (Federdistribuzione) parla di dati record sulle vendite nei giorni in cui normalmente i negozi sono chiusi: la domenica e i festivi. E per i giorni intorno alla Pasqua si attende anzi un ulteriore incremento degli affari.
Secondo le stime di Federdistribuzione, se le aperture nei festivi raddoppiassero rispetto alla situazione di partenza, i consumi salirebbero annualmente di circa 4 miliardi di euro e il PIL di almeno lo 0,25%.
Il successo dello shopping domenicale, naturalmente, dipende dallo scarso tempo a disposizione delle famiglie per gli acquisti durante i giorni feriali: un problema molto sentito, se èvero (come ha rivelato un’indagine dell’Università Bocconi di Milano) che gli italiani che fanno abitualmente le loro spese nel weekend sono oltre il 57%, e che il 71% della popolazione nell’ultimo anno ha fatto almeno un acquisto la domenica in un supermercato o in un centro commerciale.
Lo stesso sondaggio ha anche rivelato come la stragrande maggioranza dei cittadini gradirebbe una pi๠frequente apertura degli esercizi durante i giorni festivi.
Ma gli operatori del settore hanno anche un’altra richiesta: la completa liberalizzazione dei saldi, delle promozioni, delle vendite sottocosto e di ogni altra forma di promozione basata sui prezzi. Oggi le regole cambiano da città a città in un guazzabuglio di regolamenti comunali talvolta contraddittori e di difficile interpretazione.