Le esigenze di un mercato globale, di una concorrenza intersettoriale crescente, di una legislazione in continuo mutamento, infatti, hanno suggerito la necessità di incoraggiare le iniziative di medie dimensioni, laddove gli studi individuali appaiono poco attrezzati per affrontare con successo le sfide odierne.
In particolare, èstato previsto che per le nuove associazioni o società fra professionisti (in numero variabile fra i quattro e i dieci) costituite nel triennio 2008-2010 fosse riconosciuto un credito d’imposta da portare a detrazione dell’IRPEF/IRES, di ammontare pari al 15% del costo sostenuto per una serie di investimenti specificamente indicati (mobili e arredi, attrezzature, software…).
L’iniziativa èstata salutata dal plauso delle associazioni di categoria, ma ad oltre un anno e mezzo dalla sua entrata in vigore si sono manifestate le perplessità .
Le analisi sul campo hanno dimostrato che il riconoscimento del credito d’imposta èstato finora molto ridotto: segno forse di una scarsa conoscenza da parte dei potenziali interessati, o pi๠probabilmente ciಠdimostra una minore propensione dei professionisti italiani verso la cooperazione, al contrario dei colleghi anglosassoni.
Quali che siano le cause del flop, l’iniziativa ègià arrivata oltre la metà del suo cammino. Se non vi saranno rinvii della scadenza (cosa peraltro da non escludersi, nel Paese dei continui decreti milleproroghe), l’agevolazione chiuderà i battenti il 31 dicembre 2010, penalizzando tutte le aggregazioni successive.
E anche quest’incertezza, forse, contribuisce allo scarso successo dell’incentivo, poichè anche la pi๠elementare delle aggregazioni professionali richiede comunque qualche mese di valutazione e progettazione prima che si passi all’azione.