A parte i numeri, comunque, la differenza principale sta nelle mansioni svolte e nelle qualifiche ricoperte: le lavoratrici dipendenti, nella grande maggioranza, sono impiegate e operaie, mentre soltanto una nicchia riesce a raggiungere le posizioni pi๠ambite (quadri e dirigenti). Oltre duecentomila donne, inoltre, sono collaboratrici familiari dell’azienda gestita dal marito.
Quali sono i settori in cui pi๠facilmente trovano occupazione le lavoratrici di sesso femminile? Nonostante il trascorrere degli anni e la progressiva, sia pur lenta, apertura di nuovi spazi, sono ancora gli sbocchi pi๠tradizionali ad assorbire gran parte della forza-lavoro rosa.
Le statistiche, infatti, rilevano come il 99,5% delle maestre della scuola materna e il 95,5% delle colleghe della scuola primaria siano di sesso femminile. Percentuali altrettanto bulgare anche in altri rami dell’insegnamento (religione, docenti di sostegno ecc.).
E non meno indicativi sono i numeri della cura alla persona: le assistenti dei parrucchieri sono il 76,9%, le infermiere il 79%, le badanti addirittura l’82%; i colleghi maschi, dunque, sono nettamente pi๠ridotti di numero.
Quali sono, invece, i mestieri a maggiore vocazione maschile? Si tratta soprattutto dei corpi di vigilanza e ordine pubblico. Al primo posto ci sono i vigili del fuoco, in cui le donne sono appena tre su mille; ma anche le percentuali delle carabiniere (0,6%) o delle guardie di finanza in gonnella (0,8%) sono davvero modeste.
Anche nel settore artigiano, comunque, le lavoratrici risultano mosche bianche: idrauliche, meccaniche e muratrici sono merce rarissima.