I lavoratori stranieri (soprattutto quando extracomunitari, ma non solo) percepiscono, a parità di mansioni, salari inferiori rispetto ai colleghi italiani. La differenza media ènotevole: il 23,3%.
La situazione èpi๠drammatica nel Sud, dove le occasioni di lavoro sono pi๠ridotte e gli immigrati devono accontentarsi di quel che passa il convento: in Basilicata si tocca la punta record del 40,3% di differenza. La situazione èinvece meno rilevante al Nord, pur essendoci comunque ugualmente delle differenze: la Regione pi๠virtuosa èil Trentino – Alto Adige, che assicura agli stranieri salari medi inferiori “solo†del 12,7% rispetto agli italiani.
La scarsa forza contrattuale della manodopera straniera èla causa di tale divario. In particolare, giacchè il permesso di soggiorno èconcesso o rinnovato solo in presenza di un contratto di lavoro, l’extracomunitario èdisponibile anche a salari umilianti pur di rimanere qui.
Distinguendo per sesso, lo straniero maschio riceve mensilmente 935 euro nette in media, contro i 799 delle donne. Non va comunque scordata l’esistenza del lavoro sommerso, che in ambito extracomunitario assume connotati enormi e che dunque inquina ampiamente la correttezza di questi dati.
Va notato come gli uomini operano principalmente come operai, mentre le donne come personale domestico: in entrambi i casi, i salari non sono esaltanti, e si nota come non sia richiesta una particolare formazione. Questo porta a sottovalutare le potenzialità degli immigrati, che in molti casi (soprattutto quelli provenienti dall’Europa orientale) hanno anni di studi alle spalle e molte potenzialità inespresse. In effetti, vedere uno straniero che arriva al livello dirigenziale èoggi una chimera.