E’ di queste ore la notizia, di carattere sicuramente nazionale, che il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Antonio Catricalà , giurista italiano noto ai pi๠per aver ricoperto il ruolo di presidente dell’Antitrust, avrebbe definitivamente approvato un documento, nei giorni scorsi in discussione al Governo Monti, grazie al quale l’esecutivo italiano, interpretando il volere delle normative emanate dall’allora viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni Paolo Romani, darebbe pieni poteri all’Autorità garante delle comunicazioni in materia di censura di internet.
Vi sarebbe, perಠe purtroppo, decisamente molto di pià¹.
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Considerando, infatti, come una tale interpretazione dei poteri dell’Agcom sia in nettissimo contrasto con l’ordinamento dell’Unione Europea, che pur rispettando il copyright di artisti, cantati, attori e, pi๠in generale, uomini di cultura avrebbe altresଠdeciso di rispettare non solamente il diritto alla privacy bensଠanche l’importantissimo se non addirittura fondamentale diritto universale di parola e di informazione, l’Agcom stessa avrebbe deciso, grazie ad una delibera direttamente redatta ed approvata dal presidente di codesto organo di garanzia, il giurista Corrado Calabrà², di non rispettare, o per lo meno di rispettare solamente in parte, le succitate direttive comunitarie che, purtroppo, non verranno applicate in Italia.