Chiunque eserciti un’attività di impresa, arte o professione e utilizzi un sito web per la propria attività , ètenuto a pubblicare il numero di partita IVA nella homepage del sito.
Non ha alcuna importanza il fatto che si eserciti o meno un’attività di commercio elettronico o che il sito abbia finalità puramente pubblicitarie: se in qualche modo esso èinerente alla propria attività , la homepage deve inderogabilmente indicare il prezioso numeretto a undici cifre.
Inutile chiedersi a cosa serva tutto questo: come spesso capita, il legislatore impone delle norme la cui utilità sfugge alle capacità intuitive dei comuni mortali.
L’obbligo (imposto dall’art. 35 DPR 633/1972) èin realtà molto facile da soddisfare: dovrebbero bastare un paio di minuti per mettersi in regola con la legge.
Ma l’esigenza di adempiere èdivenuta pressante. Se per diversi anni l’orientamento dell’Amministrazione Finanziaria èstato quello di “lasciar correreâ€, da qualche tempo si registra un cambiamento di rotta notevole: poichè non esiste probabilmente nessuna violazione pi๠facile da constatare di questa, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate si sono ormai messi alla caccia dei siti Internet privi di quest’indicazione.
Le statistiche, in particolare, segnalano la Liguria come la terra in cui questa caccia èpi๠serrata; ma anche le altre Regioni si stanno ormai mettendo al passo.
Urgente quindi per i contribuenti il mettersi in regola. Sarà inutile quanto si vuole, ma non rispettare quest’adempimento comporta una sanzione spaventosa: dai 258 ai 2.065 euro.
Giuseppe