L’Agenzia delle Entrate ha incontrato delle imprese straniere all’estero presentando tutta la normativa italiana dedicata a cui vuole investire nel nostro Paese. Un evento nato dalla collaborazione dell’Erario con l’Ambasciata italiana e l’Istituto nazionale per il commercio esterno.Â
Gli attori della conferenza in realtà sono pi๠di due perchè a quelli già citati si uniscono ministero dello Sviluppo economico, Studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, Westfield Corporation e Associazione italiana per il private equity (Aifi).
Molto interessante èla domanda che si fa l’Agenzia delle Entrate rispetto alla natura dell’investimento nello Stivale: èuna sfida per pochi avventurieri o un’opportunità da cogliere al volo? Ecco quello che èriportato da FiscoOggi.
Perchè investire in Italia?
Creatività , design, moda, turismo, arte e cultura sono i brand storici del Belpaese. Ma non basta. Per attrarre capitali, infatti, occorre anche un’infrastruttura fiscale e normativa ben coordinata, efficace, solida e funzionale agli obiettivi dell’investitore, e soprattutto, al passo con i tempi.
Nel corso del 2015, l’Italia ha compiuto un balzo in avanti decisivo proprio su questo terreno con l’approvazione del “decreto internazionalizzazione†il cui fine, in realtà , èanche quello di attrarre capitali esteri. Senza dimenticare norme strategiche, come il patent box e l’incentivo Ace.
Sono solo alcune delle misure, forse di maggior risonanza, tra quelle che nel biennio 2015-16 hanno fatto compiere al Paese un deciso avanzamento in direzione d’una fiscalità pi๠moderna e, quindi, pi๠aperta agli investimenti, quelli esteri in special modo, il cui flusso èoramai acquisito come un indicatore affidabile per vagliare il grado di solidità economica d’un Paese, in questo caso dell’Italia. E cosà¬, al fianco dei marchi storici, s’ fatto strada anche il fisco con un kit ad hoc di norme pro-investimento.