Quella del collaboratore, per usare i corretti termini giurisprudenziali, èun’obbligazione di risultato (come per i professionisti) e non di mezzi (come per i dipendenti): questo significa che il co.co.pro. deve portare a termine il progetto affidatogli nei tempi e con i mezzi da lui stesso scelti in assoluta autonomia.
Questo demarca la principale differenza con i lavoratori subordinati: mentre questi ultimi sono tenuti, normalmente, a lavorare tot ore per X giorni e non ha rilevanza “quanto†lavoro concretamente eseguono, il collaboratore a progetto deve ottenere dei risultati precisi e determinati, e non riveste molta importanza il tempo occorrente per conseguirli. àˆ lo stesso collaboratore, come detto, che sceglie quanto e quando lavorare al fine di ottenere il risultato prefissato.
Questo, perlomeno, in linea di principio: la realtà ènormalmente molto diversa. Dato che il collaboratore a progetto deve operare solitamente all’interno della struttura aziendale del datore di lavoro, necessariamente egli dovrà coordinarsi con i dipendenti e con gli altri eventuali collaboratori.
Le modalità di questo rapporto di coordinazione devono essere indicate a loro volta nel contratto, ma in genere la conclusione èche il collaboratore deve seguire orari e giornate di lavoro nè pi๠nè meno di un comune dipendente, senza averne perಠi relativi diritti (ferie, straordinari, festività eccetera).
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