Il delicato problema del rinnovo dei contratti non èsoltanto formale. Non si tratta infatti di definire uno schema di comportamento e accordo tra datori di lavoro e lavoratori. Si tratta di definire salari, garanzie e clausole che devono stabilizzare il mercato. Ma per Confindustria la partita non èaperta.Â
Squinzi èal braccio di ferro con i sindacati che stanno mediando tra le esigenze dei datori di lavoro e le richieste dei lavoratori. Il patron di Confindustria non sembra dell’idea di andare avanti nella trattativa e cosଠin un comunicato stampa fresco fresco si legge quanto segue:
Trattative finite: “Non abbiamo margini di manovra per poter proseguire un colloquio sui contratti nel modo tradizionale”, cosଠil presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ieri, al termine dell’incontro con le associazioni di categoria impegnate nei rinnovi contrattuali dei prossimi mesi: “le posizioni dei sindacati – ha detto Squinzi – sono oramai irrealistiche sul piano monetario e anche per il futuro del Paese“.Capitolo chiuso dunque sulla riforma del modello della contrattazione con Cgil, Cisl e Uil. Le categorie andranno avanti con le proprie piattaforme e da Confindustria arriverà nei prossimi giorni un «decalogo», cosଠl’ha definito Squinzi, “di cose che si possono fare e non fare in eventuali trattative. Le singole categorie sono libere, per chi ritiene di andare avanti l’autonomia c’à¨Â». Il documento conterrà i principi su come Confindustria immagina la contrattazione in base alle esigenze di competitività delle imprese.
Quale dei soggetti ha una visione di lungo periodo sul panorama tricolore?