Tale fenomeno ha interessanto in particolar modo la regione Lombardia, dove la Cisl ha individuato ben 19 accordi che riconoscono alcuni diritti “particolari” a favore dei lavoratori extracomunitari, nonchè la regione Veneto, dove allo stesso modo sono stati siglati degli accordi che consentono ai lavoratori extracomunitari di esercitare diritti legati alla loro religione e alla loro cultura.
A tutto questo bisogna poi aggiungere il traguardo raggiunto dai lavoratori extracomunitari del settore metalmeccanico. In tal caso, infatti, alcuni diritti riconosciuti a favore dei lavoratori stranieri sono stati regolati a livello centrale. Tra questi figura il cosiddetto “diritto al lutto“, il quale prevede che in caso di morte di un familiare del lavoratore extracomunitario, al fine di consentirgli di poter rientrare nel proprio Paese per partecipare ai riti funebri, questo puಠgodere di un permesso di una durata massima di 30 giorni, contro i 3 giorni previsti in caso di morte di un familiare dei lavoratori italiani. La maggiore assenza riconosciuta a favore dei lavoratori extracomunitari dovrà perಠessere compensata con recuperi flessibili.
Lo stesso contratto dei lavoratori metalmeccanici prevede inoltre la possibilità per il lavoratore di chiedere un giorno di permesso retribuito per le festività previste dalla propria religione.
Tra i diritti riconosciuti ai lavoratori extracomunitari dagli accordi aziendali, invece, Piergiorgio Caprioli, il dirigente Cisl lombardo, cita la possibilità di chiedere in mensa un menu alternativo compatibile con le proprie abitudini alimentari, la possibilità di pregare in azienda e l’attivazioni di corsi di lingua italiana.