E’ possibile ricorrere ad un contratto a termine, dunque, nel caso in cui occorre far fronte ad un temporaneo aumento della produttivà , nel caso in cui occorre sostituire temporaneamente del personale assente, quando occorre utilizzare delle professionalità non presenti in azienda, ecc.
Al datore di lavoro spetta, in caso di controversia, l’onere di provare le ragioni che hanno portato all’assunzione del lavoratore mediante un contratto a termine anzichèmediante un contratto a tempo indeterminato.
La legge n.247 del 2007, tuttavia, onde evitare il ricorso spropositato ai contratti di lavoro a tempo determinato, ha stabilito che ciascun lavoratore non puಠessere impiegato presso la stessa azienda con uno o pi๠contratti di lavoro a termine per un periodo superiore ai 36 mesi, ovvero non superiore a tre anni.
Nonostante questo puಠcapitare che un lavoratore rimanga impiegato presso la stessa azienda con un contratto di lavoro a termine per pi๠di tre anni. Questo accade qualora il contratto a termine ha una durata iniziale inferiore ai tre anni e quando, alla scadenza di questo, il datore di lavoro riassume il lavoratore con un nuovo contratto a termine, un’ipotesi consentita in quanto la permanenza del lavoratore presso la stessa azienda con un contratto a tempo determinato èinferiore a tre anni. In questo caso, tuttavia, il rinnovo èpossibile purchètra un contratto e l’altro siano trascorsi almeno dieci giorni, se il contratto successivo non supera i sei mesi, o venti giorni nel caso in cui il contratto successivo èpi๠lungo.
Se non vengono rispettati i suddetti termini tra un contratto a tempo determinato e l’altro, il contratto di lavoro puಠessere trasformato a tempo indeterminato dal giudice.