La ricetta italiana per combattere la crisi e la recessione sembra essere quelle di continuare a ridurre il costo del lavoro. Riduzione del costo del lavoro che in parte viene affrontata agendo sul cuneo fiscale, ovvero cercando di ridurre le tasse che gravano sul lavoro, in parte riducendo i costi per le retribuzioni e operando tagli su voci e aliquote che compaiono all’interno della busta.Â
Ma il taglio dei salari non èdi certo l’unico modo che puಠessere utilizzato dai guru dell’economia per raggiungere l’obiettivo di superare il momento di crisi. In altre nazioni d’Europa, infatti, le imprese, dopo il 2007, non hanno affatto agito sulle retribuzioni tagliando il loro valore.
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Uno studio realizzato dalla Banca Mondiale nel 2014 mostra infatti come in Europa le imprese siano restie a tagliare gli stipendi per far fronte alle difficoltà economiche. Lo studio in questione ha interessato un campione molto alto di imprese, quasi 15 mila, le quali sono situate in 14 paesi europei.
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A questo campione di imprese èstato chiesto se i manager avessero ridotto i salari negli ultimi 5 anni. Il risultato èstato che solo il 2 per cento lo aveva fatto, mentre nella maggior parte avevano prevalso le ragioni della continuità della produzione. Le conseguenze di un taglio dei salari portano infatti i lavoratori a lavorare con minore entusiasmo, i migliori a cercare nuovi sbocchi e le aziende ad impegnare ulteriori risorse per la formazione di nuovi assunti.