La potenziale riforma interessa determinate categorie di professionisti, tra cui figurano in prima linea i commercialisti e gli avvocati che per poter esercitare la loro professione non sarebbero pi๠obbligati a sostenere l’esame di Stato.
Gli aspiranti commercialisti e avvocati, dunque, una volta terminati gli studi potrebbero iniziare ad esercitare la professione semplicemente dopo aver svolto un periodo di praticantato, pari a tre anni per i commercialisti e a due anni per gli avvocati. Sempre per queste due categorie di professionisti, inoltre, verrebbero eliminate le attuali incompatibilità con lo svolgimento di attività commerciali e con la professione di giornalista professionista.
La stessa riforma, inoltre, andrebbe ad imporre delle importanti limitazioni agli Ordini Professionali, ad esempio vietando loro l’imposizione di tariffe fisse o minime oppure di verificare la corrispondenza di un compenso richiesto al decoro professionale e all’importanza dell’opera. Inoltre agli Ordini verrebbe impedito di obbligare i loro iscritti a non farsi pubblicità e a non coalizzarsi in società di capitali, un aspetto quest’ultimo che potrebbe avere dei risvolti interessanti.
REDDITI IN CALO PER GLI AVVOCATI
La proposta, infine, conterrebbe delle misure agevolative, che in realtà sono già adottate da alcuni Ordini di professionisti, destinate a sostenere la contribuzione previdenziale dei giovani e a consentire di anticipare il tirocinio già durante il periodo degli studi universitari.