Un profilo tracciato da Confartigianato per le nuove partite IVA che nel 2015 sono cresciute in numero e hanno cambiato pelle, anche un po’ messe alle strette dalla crisi economica. Ecco come cambia e com’ègià cambiato il lavoro autonomo.Â
Confartigianato fa una panoramica chiara della situazione dello Stivale:
Nel dettaglio, l’Italia conta 5.460.500 occupati indipendenti, il 24,1% del totale degli occupati; a seguire troviamo il RegnoUnito con 4.648.600 unità , pari al 14,9% del totale, la Germania con 4.401.300 unità pari al 10,9%, la Polonia con 3.494.500 unità pari al 21,5%, la Spagna con 3.094.300 unità pari al 17,1% del totale e a Francia con 3.025.800 unità , e pari all’11,4%.L’incidenza del lavoro indipendente in Italia èdi 8,6 punti superiore alla media dell’Eurozona (15,5%).
Con riferimento al profilo professionale degli indipendenti si osserva che al III trimestre 2015 l’87,0% sonoimprenditori o lavoratori autonomi (4.752.100) e, nel dettaglio, oltre la metà (59,1%) èrappresentata da lavoratori in proprio (3.226.900), un ulteriore quarto (24,1%) da liberi professionisti (1.316.500) ed il 3,8% da imprenditori(208.600). Completa il quadro del lavoro indipendente un 13,0% composto da Collaboratori (6,3%, pari a 345.900 persone), Coadiuvanti familiare (5,8%, pari a 315.300 persone) e Soci di cooperativa (0,9%, pari a 47.300 persone).
In Italia il lavoro indipendente si concentra per l’94,1% in microimprese con meno di 9 addetti, quota che sale al 98,1% se si considerano le micro e piccole imprese con meno di 20 addetti.
Nelle imprese artigiane i lavoratori indipendenti sono 1.507.800 e pesano per il 30,6% del totale del lavoro autonomo delle imprese.
Poi spiega che si tratta di un fenomeno legato soprattutto alle risacche di disoccupazione, in pratica il maggior numero di autonomi ènel Centro Sud:
In Italia la maggiore presenza incidenza di lavoro indipendente si regista nel Mezzogiorno con il 26,4% in cui spicca ilMolise con il 33,0%. Segue il Centro con il 25,2% in cui spicca la Toscana con il 27,6%, il Nord-Est con il 23,9% ed il valore massimo del 24,7% dell’Emilia-Romagna ed infine il Nord-Ovest registra una incidenza del 23,3% con il valore massimo del 27,1% della Valle d’Aosta.