Grazie alla “legge di uguaglianzaâ€, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo mese, la situazione lavorativa per le spagnole sembra destinata a un notevole miglioramento.
Oggi le manager spagnole, a differenza delle donne italiane lavoratrici, sono solo il 4,6 %, terzultime nella graduatoria europea; purtroppo l’ultima postazione spetta alle italiane.
La legge di uguaglianza prevede un piano di parità per le imprese con pi๠di 250 lavoratori, fornisce agevolazioni per le mamme lavoratrici, punisce i soprusi sessuali in ufficio.
L’aspetto principale della legge sta nella conciliazione fra lavoro e famiglia. Molte sono le imprese che licenziano lavoratrici incinte e preferiscono pagare le sanzioni previste, piuttosto che permettere alle donne madri di far carriera. Il mercato del lavoro indirizza le donne a essere single e senza figli.
E’naturale che la parità diverrà una realtà solo se si aiuteranno le donne a non dover pi๠scegliere fra carriera e famiglia.
Per aver successo non bisogna assumere le sembianze di uomini e rinunciare alla propria vita privata, ma ottenere una maggior flessibilità di orari e agevolazioni che consentano alla donna di essere una buona madre, oltre che un’ottima lavoratrice.
A tal fine in Spagna ènato l’Ifrei, l’indice delle imprese familiarmente responsabili. Ha il compito di verificare il tasso di pari opportunità nei luoghi di lavoro permettendo di conciliare professione e vita familiare, èuna sorta di marchio di qualità .
Per ottenere agevolazioni, le imprese devono dimostrare di aver incentivato politiche favorevoli alle lavoratrici: presenza di asili nido, accesso ai corsi professionali, flessibilità dell’orario.
In tal modo si aiuta le mamme ad avanzare in campo professionale: riscontri positivi sono emersi già nella Ibm, dove il numero delle donne con ruoli dirigenziali sta considerevolmente aumentando. Altre novità della legge di uguaglianza si riscontrano nel diritto per le donne a tre anni di aspettativa e, coloro che hanno figli, potranno chiedere un orario part-time per ben otto anni.
E’emerso inoltre il concetto di corresponsabilità per cui, il padre, deve richiedere tredici giorni di paternità , altrimenti l’aspettativa non sarà concessa alla madre.
La flessibilità èil criterio per permettere alle donne di avanzare nel mondo del lavoro, ma deve essere coniugata ovviamente alla professionalità .