In realtà , il voto non ha un valore definitivo: occorrerà il placet del Consiglio dei Ministri dei ventisette Paesi, che decideranno prossimamente a maggioranza ponderata, e alcune nazioni come Francia e Regno Unito (dove i diritti in questione sono oggi piuttosto modesti) hanno annunciato battaglia.
Gli europarlamentari italiani, invece, hanno votato compattamente a favore, e anche il nostro Governo dovrebbe dare il suo via libera. In Italia, in realtà , la disciplina ègià piuttosto avanzata, ma la nuova legge di derivazione comunitaria estenderà ulteriormente il perimetro dei diritti.
In particolare, èstato stabilito che la neo-mamma avrà diritto ad un periodo di congedo obbligatorio minimo pari a venti settimane: in questo senso, non ètroppo diverso dalle nostre leggi vigenti, che prevedono (sia pure con possibili forme di flessibilità ) due mesi di congedo prima del parto e tre dopo.
Tuttavia, alla neo-mamma sarà garantito il 100% dello stipendio percepito normalmente, mentre la legislazione italiana oggi prevede l’80%.
Le novità pi๠significative, perà², arrivano per i papà : anche a loro saranno garantite due settimane minime di congedo successivo al parto con stipendio al 100%.
La novità , dal nostro punto di vista, ènorme, poichè le nostre leggi oggi prevedono che il padre lavoratore possa fruire del congedo soltanto in alternativa a quello riconosciuto alla madre (quando quest’ultima sia morta o comunque non sia in grado, anche per libera scelta, di fruire del congedo di maternità ). La norma comunitaria, invece, prevede dunque che per quattordici giorni entrambi i genitori potranno fruire contemporaneamente del diritto.
Fonte: Il Sole 24 Ore