Il Governo sta varando delle modifiche alla riforma del lavoro di Elsa Fornero, ex ministro del Welfare con il Governo presieduto dal senatore a vita Mario Monti. La legge n. 92 del 2012, cosଠcome si chiama in realtà , ma ribattezzata con il nome del ministro che l’ha varata, non èstata ancora cambiata dai primi provvedimenti del Governo di Enrico Letta. Le modifiche non sono infatti contenute nel decreto semplificazioni, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri.
La revisione parziale della riforma lavoro Fornero èquindi slittata ancora una volta. Le riforme sono state pi๠volte annunciate dal nuovo ministro del welfare Enrico Giovannini, ex presidente dell’Istat, principale istituto di statistica nazionale. L’intento èquella di modificare soprattutto la parte della legge riguardante gli incentivi all’occupazione giovanile.
E’ infatti questa una delle pi๠dolorose piaghe che affliggono l’Italia. Si stima che si raggiungerà il livello occupazionale pre-crisi nel 2076. I lavori del Governo e delle parti sociali sono ancora in corso. Sono molte ad esempio le proposte dei consulenti del lavoro per l’occupazione. Le varie parti si concentreranno, stando le ultime indiscrezioni, modificando in parte la disciplina dell’apprendistato, per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, e poi interverranno pesantemente con la modifica e l’adeguamento dei contratti a termine.  Queste due forme di contratto sono infatti le due tipologie pi๠diffuse per l’assunzione dei giovani.
La modifica generale della disciplina dei contratti a termine, che èstata oggetto di corpose novità con la recente riforma lavoro Fornero, la legge n. 92 /2012, entrata in vigore il 18 luglio dello scorso anno, interverrà sul altri fonti e sembra che si partirà come primo provvedimento dell’acausalità fino a 18 mesi per i giovani under 29anni. Un altro intervento previsto èla riduzione dell’intervallo di tempo tra un contratto a termine e quello successivo. E’ successo infatti che molti giovani sono stati espulsi dal mercato del lavoro, in quanto le aziende preferivano assumerne altri, non potendo attendere di reintegrare l’altro con contratto scaduto. Verrano quindi ripristinate le pause previste prima della legge Fornero che vanno dai 10 ai 20 giorni