A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 19790 del 28 settembre 2011, con la quale èstato accolto il ricorso presentato da una dipendente nei confronti del suo ex datore di lavoro per il mancato pagamento da parte di quest’ultimo delle ritenute previdenziali e fiscali.
► FAC SIMILE SOLLECITO PAGAMENTO STIPENDIO
Nella sentenza in esame, in particolare, la Suprema Corte ha precisato che nel caso in cui il datore di lavoro risulti inadempiente in quanto non ha versato i contributi nei termini previsti dalla legge, resta obbligato in via esclusiva a tale adempimento senza la possibilità di rivalersi sul lavoratore. La norma che offre la possibilità di operare le ritenute contributive sulla retribuzione del lavoratore, ha sottolineato la Corte, limita infatti il diritto di ritenuta da parte del datore di lavoro sulla retribuzione soltanto all’ipotesi in cui si sia verificato un tempestivo pagamento della retribuzione e della relativa contribuzione. Tale forma di recupero èinvece esclusa in caso di ritardo nel pagamento della retribuzione e, di conseguenza, dei contributi ad essa riferibili.
► INTERESSI SULLO STIPENDIO PER PAGAMENTO IN RITARDO
Per quanto riguarda le ritenute fiscali, invece, in questo caso si dovrà ricorrere al meccanismo della tassazione dei redditi arretrati, per cui spetterà al lavoratore corrispondere le relative imposte dopo aver materialmente percepito la retribuzione corrisposta in ritardo.
Ne deriva quindi che in caso di pagamento in ritardo della retribuzione, il datore di lavoro deve corrisponderla al suo dipendente al lordo delle ritenute, in quanto quelle previdenziali non gli spettano pi๠e quelle fiscali dovranno successivamente essere attuate dal lavoratore in sede di dichiarazione dei redditi.