I dipendenti degli studi professionali rappresentano, peraltro, una categoria molto ampia ed eterogenea: un esercito di segretari, infermieri, geometri e quant’altro.
Innanzitutto, ad essi èconsentito il ricorso per dodici mesi alla cassa integrazione in deroga, la principale misura sociale anticrisi introdotta nel 2009; ènecessario, perà², aver acquisito un’anzianità di almeno novanta giorni presso quel datore di lavoro. Inoltre, poichè la gestione operativa dello strumento èad opera delle Regioni in collaborazione con l’INPS, si sono registrate qua e là difformità nell’applicazione della cassa in deroga.
Un’impressionante accelerazione della crisi negli studi professionali negli ultimi mesi, peraltro, èdimostrata proprio dal ricorso alla misura descritta: secondo i dati forniti dall’INPS, alla fine di settembre i dipendenti ammessi in tutta Italia alla misura erano stati 695, mentre una quarantina di giorni dopo, all’inizio di novembre, il numero era già salito a 1.159, e, secondo le previsioni, per la fine del 2009 si potrebbero sfiorare le duemila unità .
E in realtà il numero potrebbe essere molto pi๠alto: si èconstatata, infatti, una diffusa ignoranza sull’esistenza di tale strumento, per cui molti potenziali beneficiari ne rimangono esclusi per semplice mancanza di conoscenza.
Un’altra misura da non sottovalutare, comunque, èil diritto a richiedere, in seguito ad un eventuale licenziamento, l’indennità di disoccupazione: l’importo ètutt’altro che abbondante e, per di pià¹, èriconosciuto soltanto per un massimo di novanta giorni, ma in tempi di crisi non ècerto il caso di fare gli schizzinosi.