La legge di stabilità introdurrà anche in Italia il reddito minimo garantito. E’ questa la dichiarazione a sorpresa del ministro del Lavoro Enrico Giovannini, ex responsabile dell’Istat. L’affermazione del ministro èqualcosa di epocale. Il reddito minimo garantito èstato uno dei cavalli di battaglia di forze politiche come il Movimento 5 Stelle, ma adesso bisogna vedere come sarà attuata la misura.
La dichiarazione del ministro del Lavoro èarrivata dalle pagine di Repubblica, proprio durante un’intervista rilasciata nel passato fine settimana. Giovannini ha ricordato che questa novità era già stata annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta durante il suo discorso programmatico in Parlamento prima del voto di fiducia. A dire il vero, Letta aveva annunciato “un embrione di reddito minimo”.
La misura che verrà introdotta èstata studiata da un gruppo di esperti e prevede un sostegno per chi ha un reddito al di sotto della soglia di povertà . Ciಠche ha colto di sorpresa molti èil fatto che tale misura verrà introdotta già a partire dalla legge di stabilità che dovrà essere approvata fra pochi giorni prima dal Governo e poi dal Parlamento. Ricordiamo che la legge di stabilità altro non èche la vecchia legge finanziaria, che adesso ha cambiato nome.
Il ministro ha già anticipato che questo reddito minimo sarà elargito esclusivamente a tutti coloro che si sono attivati seriamente per la ricerca di un lavoro. Altre condizioni sono previste per le famiglie con figli: il reddito minimo garantito sarà concesso solo se i figli frequenteranno regolarmente la scuola dell’obbligo e siano sottoposti a regolari visite di controllo medico.
La misura partirà già dal 2014, ma sarà introdotta nell’ordinamento con gradualità . Altre dichiarazioni interessanti da parte del ministro Giovannini riguardano il cuneo fiscale, ovvero le tasse sul lavoro. Giovannini ha spiegato che tra le varie ipotesi che il Governo sta esaminando c’èanche quella di interventi selettivi. Lo scopo del taglio al cuneo fiscale èinfatti quella di stimolare la crescita, l’occupazione, gli investimenti, oltre che sostenere i redditi delle famiglie che sono stati erosi dalle misure necessarie per rientrare dal deficit eccessivo.