La legge di stabilità 2014 ha affrontato anche il tema del lavoro. Il Governo Letta non si èinfatti limitato a fare un leggero, ma incoraggiante, intervento sul cuneo fiscale, ma ha anche provveduto a sanare la situazione di un’altra fetta di esodati, soggetti rimasti fuori dal mercato del lavoro e dall’accesso alla pensione a causa della riforma Fornero del 2011.
Lo stesso Governo Monti con vari provvedimenti ha provveduto a sanare questa situazione che fu definita come un errore da parte dello stesso Esecutivo, soprattutto dovuto al fatto dell’impossibilità di conteggiare ed essere a conoscenza di tutti gli accordi di uscita dal lavoro che erano stati fatti tra le varie aziende private e i lavoratori. Gli esodati vengono quindi trattati e salvaguardati da ogni Governo a scaglioni, ovvero l’Esecutivo reperisce risorse e tutela i soggetti che sono arrivati a scadenza degli accordi con le aziende e concede loro la pensione.
La platea degli esodati si èridotta di altre seimila unità con l’approvazione della legge di stabilità 2014: èquesto il numero dei soggetti che sono stati salvaguardati con l’ultimo intervento governativo.
La stessa Finaziaria ha introdotto una serie di corpose novità sulle pensioni. Tra le varie modifiche èstato introdotto l’ampliamento della platea degli esodati. L’annuncio era già stato fatto nei giorni scorsi da parte dello stesso ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giovannini.
I testi ufficiali e definitivi non sono ancora usciti, ma la bozza della legge di stabilità 2014 parla di un aumento del numero di salvaguardati che corrisponde a circa seimila unità . Alcuni sono stati avviati verso la pensione, altri invece sono stati arruolati nel gruppo dei cosiddetti prosecutori volontari. Questo ègià il quarto decreto inerente gli esodati, infatti in precedenza erano già stati salvaguardati 65mila unità , poi 55mila ed infine 10.130 lavoratori. Il provvedimento era atteso con ansia da parte dei lavoratori che si erano affidati alle promesse del Governo per sanare una situazione alquanto difficile.