Sono in vigore dal primo febbraio 2015, le sanzioni per chi non fa l’iscrizione al SISTRI e non paga il relativo contributo annuo, pur occupandosi di rifiuti pericolosi. La sanzione rischiata e una multa fino a 93 mila euro.
Il mese di febbraio senza l’inizio delle sanzioni per le aziende che non si iscrivono al SISTRI e che quindi non effettuano il versamento del contributo annuale previsto per chi si occupa di rifiuti pericolosi. Un contributo e un’iscrizione previsti dalla legge, dall’articolo 20 bis del Decreto legislativo 152/2006.
Rispetto alle sanzioni diremo che dal primo febbraio tutti gli operatori obbligati al versamento si devono essere messi in regola. Il periodo di moratoria èfinito e in caso di omessa iscrizione e omesso versamento del contributo entro i termini previsti, èpossibile che sia comminata una sanzione amministrativa pecuniaria che va dai 15.500 euro ai 93.000 euro.
Fino al 31 dicembre 2015, nonostante l’obbligo di SISTRI, era rimasto in vigore anche l’obbligo di documentazione cartacea con i modelli MUD, i formulari e il registro di scarico e scarico. Il Milleproroghe ha modificato tutto.
Adesso c’èl’obbligo di iscrizione al SISTRI che vale per gli enti e per le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, compresi i vettori esteri che s’incaricano del trasporto di rifiuti all’interno del territorio nazionale, con viaggi transfrontalieri. SISTRI èrivolto anche a coloro che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti speciali pericolosi, inclusi i nuovi produttori.