La revisione si èresa urgente e non pi๠differibile per molti motivi: l’avvenuta unificazione dei due albi (precedentemente distinti) dei commercialisti e dei ragionieri, la nascita di svariate nuove competenze professionali su cui mancavano i parametri tariffari, l’aggiornamento all’inflazione (il tariffario dei ragionieri risaliva al 1997, quello dei commercialisti addirittura al 1994).
Il nuovo tariffario, che attende il via libera definitivo del ministero della Giustizia, ridisegna le modalità di calcolo (fra le altre cose, dovrebbe ritornare un compenso forfetario per le spese generali di studio), individua le nuove competenze e aggiorna gli onorari previsti. L’adeguamento dovrebbe essere del 50% sui valori già presenti nel D.M. del 1994. Scompare, poi, ogni riferimento residuo alle tariffe minime, in ottemperanza alla legge Bersani del 2006.
I tratti generali della riforma che attende i commercialisti hanno destato l’attenzione degli altri ordini professionali: in quasi tutti i campi, infatti, emergono tariffe datate e nuove competenze prive di regolamentazione.
Gli ordini professionali hanno avviato, ognuno per conto proprio, un dialogo col ministero per arrivare a qualche conclusione: taluni vedono il traguardo imminente, mentre per altri il percorso èancora lungo e accidentato.
Eppure le urgenze non mancano: basti pensare ai chimici, il cui tariffario risale al remoto 1986, o agli psicologi e ai veterinari, che addirittura non l’hanno mai avuto.
Ma coloro che scalpitano pi๠di tutti sono gli avvocati: oltre all’aggiornamento degli onorari, la vera sfida lanciata dai legali italiani èla reintroduzione delle tariffe minime.
Fonte: Il Sole 24 Ore