Per recepire una direttiva europea sugli albi professionali si dovranno modificare una serie di percorsi di studi oggi in vigore nel nostro paese che fino a questo momento davano accesso di diritto alla libera professione e all’iscrizione negli albi professionali.Â
Il MIUR sta ancora definendo i termini della questione ma in soldoni per iscriversi agli albi professionali ed esercitare la libera professione per esempio di geometra o di perito, il diploma non sarà pi๠sufficiente, si dovrà invece conseguire una laurea triennale. Ecco un articolo di ItaliaOggi che riassume la questione e spiega le difficoltà italiane: si dovrebbe modificare il sistema d’istruzione attuale.
Per i diplomati si chiudono le porte degli albi. L’attestato rilasciato a partire da giugno 2015 dalla nuova istruzione tecnica targata Gelmini (ovvero gli ex periti, geometri, interpreti ecc.), infatti, contiene una qualifica non pi๠sufficiente a esercitare una professione intellettuale. àˆ una circolare del ministero dell’istruzione, università e ricerca (prot. 7201/15) a spazzare via anni di dibattito e di confusione sulla materia: da una parte l’Europa che da tempo sostiene la necessità di una laurea, almeno triennale, per esercitare una professione, dall’altra le norme italiane e in particolare la riforma dell’istruzione tecnica voluta dall’ex ministro Maria Stella Gelmini (dpr 88/12) che non ha mai chiarito se questo titolo fosse valido per l’accesso agli albi, mentre al contrario ha specificato il legame di questa formazione con gli istituti tecnici e le filiere tecnologiche. In questo caos arriva la comunicazione del dipartimento per il sistema educativo del Miur, inviata ai direttori degli uffici scolastici regionali, ai dirigenti degli ambiti territoriali e degli istituti scolastici. La circolare precisa che i «modelli di diploma di istruzione secondaria di secondo grado» conterranno «il riferimento al IV livello delle qualificazioni del quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (Eqf)».