In altre parole, la novità rispetto al passato consisteva nel fatto che le sanzioni potevano colpire non solo amministratori o dipendenti, ma anche la società in quanto tale.
In generale, la sanzione consiste in multe salatissime (il massimo èsolitamente pari a € 774.685) e, talvolta, in punizioni accessorie, come l’impossibilità fino ad un anno a poter partecipare a pubblici appalti, fino ad arrivare alla sospensione forzata dell’attività per un periodo congruo.
Con il passare degli anni, il numero dei reati attribuibili agli enti èandato crescendo sempre pià¹, in virt๠di nuovi e dettagliati interventi del legislatore, e sembra proprio che in questi giorni diventerà definitiva una nuova infornata di reati societari, in virt๠della prossima approvazione definitiva di alcune nuove norme.
I reati in questione sono tanti ed eterogenei. Si va dalla contraffazione di prodotti e brevetti alla frode commerciale, dalla concorrenza condotta con metodi violenti o intimidatori alle violazioni del diritto d’autore, dallo scambio elettorale politico-mafioso fino alla fattispecie forse pi๠insolita: l’associazione per delinquere finalizzata alla tratta degli schiavi.
Che il rischio che la società sia chiamata a pagare ècomunque concreto, anche quando il tutto deriva da attività di cui gli amministratori non sanno nulla. L’unico paracadute per evitare troppe sorprese di questo genere èmettere in piedi un modello organizzativo diretto a prevenire qualunque fattispecie delittuosa, per evitarla o, quantomeno, per utilizzarlo come prova della propria buona fede.