Ad affermalo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 21421 del 17 ottobre 2011, nella quale viene precisato che tale decisione si basa sulla necessità di evitare che il lavoratore illegittimamente licenziato non subisca, o subisca al minimo possibile, i pregiudizi derivanti dal licenziamento stesso.
► LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO PER MANCATO RINVIO DELLA CONVOCAZIONE
Nel caso in esame, in particolare, i giudici della Suprema Corte hanno accolto le richieste di due lavoratori illegittimamente licenziati e che al posto della reintegrazione nel posto di lavoro avevano deciso di optare per l’indennità sostitutiva pari a 15 mensilità , indennità che perಠil loro datore di lavoro ha provveduto a pagare solo diversi mesi dopo l’esercizio di tale opzione da parte dei due dipendenti, che hanno quindi chiesto l’ulteriore pagamento di quanto maturato fino alla data dell’effettivo adempimento dell’obbligazione.
► DIVIETO DI LICENZIAMENTO PER MATRIMONIO
Tale decisione, hanno spiegato i giudici, èdestinata non solo a distogliere il datore di lavoro dall’inadempimento o dal ritardo nell’adempimento dell’obbligo di corrispondere l’indennità dovuta, ma anche e soprattutto al fine di limitare quanto pi๠possibile i pregiudizi derivanti dal licenziamento illegittimo nei confronti del lavoratore, dal momento che la scelta dell’indennità sostitutiva èirrevocabile e che il rapporto di lavoro non puಠessere ricostituito. Di conseguenza, dunque, in caso di ritardo nell’adempimento, il datore di lavoro deve corrispondere oltre all’indennità sostitutiva anche un risarcimento pari alle retribuzioni perdute, fino a che il lavoratore non venga effettivamente soddisfatto.