In precedenza, i vertici della società e i sindacati avevano trovato un faticoso accordo, dopo lunghe trattative, che prevedeva la messa in mobilità di ben cinquemila dipendenti. Ma ora che filtrano i piani della dirigenza di Telecom e del suo amministratore delegato Franco Bernabà¨, le rappresentanze dei lavoratori ritornano precipitosamente sul sentiero di guerra.
Si parla di circa duemila licenziamenti da attuare nel corso del 2009 e di altrettanti per il 2010, nonchè della ricollocazione di centinaia di dipendenti impiegati nelle funzioni di staff (finanza, risorse umane, sicurezza…) e della chiusura o accorpamento di decine di sedi periferiche. Un taglio drastico, cui si accompagnerebbero le misure di cassa integrazione per i lavoratori del fallimentare servizio 1254 sulla ricerca degli abbonati, sorto alcuni anni fa con una campagna promozionale faraonica e che oggi accumula ogni anno perdite per circa trenta milioni.
Le fonti sindacali minacciano un prossimo sciopero di otto ore, come prima delle manifestazioni di protesta da mettere in atto per impedire o quantomeno ridimensionare le volontà della dirigenza.
Ma quelli indicati non sono gli unici rumours provenienti da casa Telecom: si parla insistentemente di una serie di scorpori da attuare (fenomeno inverso rispetto alle numerose acquisizioni adottate negli anni passati) e si torna a parlare ancora una volta di una possibile fusione con Mediaset, che darebbe vita ad un colosso nell’ambito delle telecomunicazioni che avrebbe pochi paragoni nel mondo.