I dati dell’Istat, infatti, hanno già iniziato a segnalare qualche inversione di tendenza nel mondo della grande distribuzione, ma per i piccoli esercenti il discorso èben diverso.
D’altro canto, già da molti anni per loro i problemi erano notevoli già da ben prima dell’abbattersi della crisi globale, proprio a causa della concorrenza di supermercati, centri commerciali e hard discount.
Le saracinesche che si abbassano per sempre, soprattutto nei centri storici, sono pi๠numerose di quelle che aprono per la prima volta, cosicchè le autorità locali stanno cercando di correre ai ripari.
Di Comune in Comune, i sindaci individuano le risposte da dare per restituire un minimo di ossigeno ai negozianti, tenendo conto delle esigenze concrete espresse dagli esercenti locali.
A Milano, per esempio, stanno per arrivare qualche migliaio di euro di contributi a fondo perduto a testa per aiutare le botteghe del centro storico a pagare l’affitto dei locali, mentre a Genova viene tagliato pesantemente il canone per l’occupazione del suolo pubblico al fine di favorire gli ambulanti e a Livorno il Comune paga l’un percento degli interessi dovuti dagli artigiani alle banche per i debiti contratti per le ristrutturazioni.
E ancora: Cremona cerca di agevolare la formazione di consorzi fra esercenti, Cagliari incentiva vecchie e nuove aziende a ripopolare il centro storico, Aosta taglia i costi dei parcheggi a pagamento per i negozianti e i loro clienti.
Ma sono proprio i problemi degli affitti e dei rapporti con le istituzioni finanziarie ad essere additati dai commercianti come i problemi da affrontare al pi๠presto con misure ben pi๠pesanti di quelle ventilate.