Scatterà dal prossimo 16 ottobre la cosiddetta tassa Airbnb, la tassa sugli affitti brevi introdotta pochi mesi fa nella manovra correttiva di primavera in base alla quale gli intermediari immobiliari, portali online o agenzie tradizionali attive nel mercato degli affitti turistici, debbano versare gli importi della cedolare secca al 21%.
La norma doveva entrare in vigore lo scorso giugno, ma i clamorosi ritardi sulle modalità dei versamenti hanno causato lo slittamento. E adesso Airbnb ha deciso di fare ricorso al Tar contro la tassa sugli affitti brevi definendolo un atto “formale” per poter intavolare una discussione con il Ministero dell’Economia finanze per trovare “una soluzione efficace ma realizzabile” sulla cedolare.
Da un punto di vista tecnico in effetti la soluzione sembra essere piuttosto complicata da raggiungere, ma Airbnb si èdichiarata assolutamente offrire la massima collaborazione sui temi fiscali ribadendo che in questa fase transitoria ènecessario fare altro e trovare soluzioni già opportune. E se l’obiettivo dell’introduzione del provvedimento, èfare in modo tale che l’imposta sull’affitto sia versata all’Erario e le difficoltà tecniche restano, per il momento Airbnb rinuncerà al versamento delle entrate di settembre attirandosi il rischio di dover sostenere multe salate come intermediario inadempiente che potrebbero arrivare anche a 2000 euro.
TASSA AIRBNB, AL VIA DAL 16 OTTOBRE
Intanto le agenzie avevano annunciato l’avvio di un corso di formazione per gli agenti immobiliari per potersi districare al meglio nell’applicazione della nuova “tassa Airbnb†in vista della scadenza del 16 ottobre, ma adesso il ricorso al Tar di Airbnb contro la tassa potrebbe seriamente cambiare le carte in tavola.
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