Arriva infatti un binario di regolarizzazione bonaria per i datori sorpresi sul fatto a violare le norme sui lavoratori. Qualora gli ispettori, in occasione di un primo accesso sul luogo di lavoro, individuino delle irregolarità , stendono nel verbale (da redigere in maniera minuziosa e consegnare alla controparte) l’indicazione delle violazioni accertate e intimano all’imprenditore di mettersi in regola entro trenta giorni.
Se, in occasione della visita di controllo eseguita il mese successivo, risulta che le violazioni sono state sanate, al datore ècomminata una modesta sanzione, pari ad un quarto del minimo previsto dalla legge (se stabilita in misura fissa) o pari al minimo (in caso di sanzione ordinaria inclusa fra lo stesso e un massimo).
Inoltre, viene complessivamente rivisto e aggiornato il quadro delle multe comminate in caso di violazioni in tema di orari di lavoro, permessi, giorni festivi ecc., che era fermo da diversi anni.
L’aspetto pi๠interessante èche viene stabilito che qualunque sanzione in materia puಠessere derogata se la presunta violazione in realtà corrisponde ad accordi stipulati fra imprenditore e sindacati. In altre parole, si apre la porta ad accordi collettivi che consentano di non applicare le norme di legge sul tempo di lavoro.
Altra questione, sempre di natura sanzionatoria (e, stavolta, meno comprensiva per il datore): il committente che omette di riversare allo Stato le ritenute di natura previdenziale e assistenziale eseguite sul compenso attribuito ai collaboratori a progetto, integra l’ipotesi di reato già prevista in tema di lavoro dipendente. Pertanto, la sanzione puಠconsistere nella reclusione fino a tre anni oppure alla multa fino a € 516,46.