Contrasto ai paradisi fiscali

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All’interno della manovra estiva trova spazio anche un articolo, il numero 12, intitolato significativamente “Contrasto ai paradisi fiscali”.

Composto da tre commi, insolitamente il primo di essi contiene una dichiarazione di intenti sui commi successivi, ossia l’intenzione di dare attuazione alle decisioni dell’OCSE per spingere all’emersione di attività  economiche e finanziarie detenute in Paesi caratterizzati da un regime tributario privilegiato, come ad esempio il Liechtestein: i cosiddetti “paradisi fiscali”.

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Pubblica Amministrazione impegnata contro i ritardi nei pagamenti

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Chiunque per mestiere s’interfacci con la Pubblica Amministrazione nel ruolo di fornitore di beni o di servizi sa bene che essa ha il pregio di pagare sempre tutto il dovuto e il difetto di far attendere mesi o anche anni prima di allentare i cordoni della borsa.

Questo problema, che causa grosse crisi di liquidità  alle imprese con tutte le difficoltà  conseguenti, èstato sollevato presso le autorità  già  da molti anni da parte delle associazioni di categoria, peraltro con scarsi risultati.

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Nuove misure a sostegno dei lavoratori

crisi economica

La crisi in atto ha portato molte migliaia di lavoratori a perdere l’impiego, una buona parte dei quali puಠcomunque fruire del trattamento straordinario d’integrazione salariale.

Per i cassintegrati, tuttavia, sono state previste diverse misure di tutela, alcune delle quali contenute nella recentissima manovra estiva. Quasi tutte le misure introdotte hanno il respiro calibrato sulla prevista durata della crisi: l’efficacia, infatti, sarà  a valere solo per gli anni 2009 e 2010.

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Novità  settore banche

banca

La manovra estiva introduce o modifica anche diverse regole riguardanti i rapporti fra le banche da un lato e i consumatori e le imprese dall’altro. Le novità  sono diverse.
Sono stati stabiliti, ad esempio, dei termini massimi di valuta per alcune tipologie di operazioni.

La valuta, ricordiamo, èla data a partire dalla quale una certa somma accreditata sul conto corrente inizia a far fruttare interessi, ed èfissata liberamente dalla banca.

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Revisione tabelle di ammortamento

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Per imprese e professionisti, l’ammortamento dei beni strumentali avviene applicando i coefficienti previsti in un decreto ministeriale emanato alla fine del 1988.

Il decreto prevedeva la suddivisione degli operatori in diverse decine di categorie, ad ognuna delle quali èassegnata una tabella con le aliquote da applicare per l’ammortamento ordinario. àˆ consentito adottare aliquote inferiori rispetto a quelle tabellari, mentre non èriconosciuto fiscalmente impiegare percentuali superiori.

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Pregi e difetti del “forfettone” (terza parte)

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Confrontare il peso dell’imposta sostitutiva prevista per i contribuenti minimi con quello dell’IRPEF èmolto difficile.
L’imposta sostitutiva comporta un’aliquota secca del 20% sulla base imponibile. Nell’IRPEF, invece, il discorso èinfinitamente pi๠tortuoso.

Innanzitutto, si applicano aliquote differenziate per scaglioni di reddito crescenti. L’aliquota pi๠bassa (per i redditi fino a quindicimila euro) èdel 23%, perciಠsarebbe intuitivo pensare che il regime dei “minimi” ènecessariamente pi๠conveniente, tanto pi๠che ad essi non si applicano nemmeno le addizionali regionali e comunali; ma il discorso non ècosଠsemplice.

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Pregi e difetti del “forfettone” (seconda parte)

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Dal punto di vista delle imposte dirette, il discorso sulla convenienza èstremamente complesso. I “minimi” non pagano l’IRAP nè presentano la dichiarazione, ma èanche vero che mentre il discorso puಠessere interessante per gli imprenditori individuali, lo èmolto meno per i professionisti, per i quali, se sussistono i requisiti per aderire al “forfettone” sono comunque pressochè già  fuori dall’IRAP (a prescindere dall’adesione al regime), come hanno sancito prima la Corte di Cassazione e poi l’Agenzia delle Entrate; sul tema del rapporto fra IRAP e professionisti si rinvia ai numerosi articoli già  dedicati all’argomento.

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Pregi e difetti del “forfettone” (prima parte)

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Dopo aver sviscerato da cima a fondo il regime contabile dei contribuenti minimi, giunge il momento di tirare le somme per valutare se e quando risulta conveniente aderirvi o rinunciarvi. Ovviamente, in un’analisi di questo genere, si deve partire dal presupposto che l’imprenditore o professionista disponga di tutti i requisiti per poter eventualmente aderire, in mancanza dei quali, infatti, la rinuncia diventa una scelta obbligata.

Sul tema, in un anno e mezzo, si èspressa dettagliatamente la stampa specializzata e la stessa Amministrazione Finanziaria, per cui oggi èrelativamente facile individuare gli elementi da prendere in considerazione.

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Varata la manovra d’estate

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Come quasi ogni anno, all’inizio della stagione estiva il Governo in carica emette un provvedimento economico di genere “omnibus”, ossia di contenuto ampio e vario. In questo caso, lo scopo dichiarato èdi adottare nuove misure anticrisi, ma in verità  nel contenuto troviamo di tutto e di pià¹, inclusa la consueta proroga delle missioni militari all’estero.

Si prevede che il provvedimento sia convertito in legge senza molti scossoni entro la fine del mese o al pi๠tardi all’inizio di agosto.

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Tremonti-ter: detassazione per gli investimenti

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Come già  nel 1994 e nel 2001, il ministro Tremonti rilancia un tema a lui caro: incentivare gli investimenti da parte delle imprese utilizzando la leva del risparmio fiscale.

Questa nuova misura, ribattezzata con poca fantasia “Tremonti-ter”, ripercorre in gran parte le linee-guida dell’originaria legge Tremonti e della successiva Tremonti-bis. Le differenze pi๠marcate sono da ricercarsi in una radicale semplificazione dei calcoli per determinare l’entità  dell’agevolazione e nella ristretta durata temporale della misura (ma, in caso di buoni risultati, non si possono escludere future proroghe).

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Decadenza dal regime dei contribuenti minimi

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Si ègià  accennato che chi ha i requisiti per accedere al regime agevolato puಠcomunque rinunciarvi optando espressamente per il regime ordinario.

Ci sono perಠanche varie ipotesi in cui un soggetto decade per legge dall’applicazione del “forfettone”, allorchè viene meno uno o pi๠dei citati requisiti.

Nella generalità  dei casi, la decadenza ha effetto dal periodo d’imposta successivo.

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Contribuenti minimi: l’imposta sostitutiva sul reddito (sesta parte)

tasse

Un’ultima questione correlata ai calcoli per la base imponibile riguarda l’eventuale versamento della rettifica sull’IVA detratta, ai sensi dell’articolo 19-bis-2 del DPR 633/1972, di cui abbiamo trattato in un articolo precedente della nostra guida.

Ebbene, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che essa costituisce a tutti gli effetti un costo per il contribuente, che quindi potrà  portare l’ammontare della rettifica in deduzione della base imponibile secondo, ancora una volta, il criterio di cassa. Va ricordato che anche questa rettifica puಠessere pagata ratealmente, con tutte le relative conseguenze.

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Contribuenti minimi: l’imposta sostitutiva sul reddito (quinta parte)

soldi

Negli articoli precedenti, abbiamo affrontato tutte le questioni principali relative ai calcoli per la base imponibile dell’imposta sostitutiva che grava sugli aderenti al “forfettone”.

Per chiudere il discorso, non resta che affrontare alcune questioni minori sollevate nel tempo dai contribuenti e successivamente chiarite dall’Agenzia delle Entrate, quando non direttamente dalla legge o dal decreto ministeriale d’attuazione.

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Contribuenti minimi: l’imposta sostitutiva sul reddito (quarta parte)

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Oltre ai beni ammortizzabili e alle rimanenze di magazzino, dagli esercizi precedenti a quello di adesione al regime agevolato possono arrivare anche “retaggi” fiscali di altro genere. Sono infatti numerose le norme IRPEF che stabiliscono come diverse poste attive o passive rinviano la propria imponibilità  o deducibilità  al futuro rispetto all’esercizio di competenza.

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Contribuenti minimi: l’imposta sostitutiva sul reddito (terza parte)

Se l’imprenditore o professionista apre direttamente la sua attività  come contribuente minimo, non sorge il problema di rapportarsi col passato.
Il discorso èperಠdiverso quando il soggetto aderisce al “forfettone” in un periodo d’imposta successivo al primo. In questo caso, infatti, ci sono solitamente diverse poste di valenza fiscale ancora pendenti cui dare una sistemazione.

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