Cinema, pochi big e mille formiche

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Basandosi sui dati del Cerved, la fondazione Ente dello Spettacolo ha eseguito un’indagine statistica sullo stato dell’arte nell’industria cinematografica italiana. I dati si riferiscono complessivamente ai tre grandi segmenti del reparto: produzione, distribuzione e proiezioni.

L’analisi ha messo in luce l’esistenza di oltre novemila aziende operanti in Italia, ma di esse solo centosettantuno vantano un fatturato superiore al milione di euro: si tratta fondamentalmente di aziende legate ai gruppi Rai e Mediaset o alle grandi holding internazionali.

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Tempi lunghi per le assunzioni

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Le imprese europee passano molto tempo prima di decidere di assumere qualcuno.

Secondo un’approfondita analisi compiuta dalla società  Robert Half, specializzata nel ramo “selezioni del personale”, i direttori delle risorse umane delle imprese europee medio-grandi passano attraverso molte incertezze prima di prendere la fatidica decisione di far entrare un nuovo lavoratore in squadra.

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Adeguare il servizio di call center

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Essendo ormai diffusi non solo presso le grandi aziende ma anche fra quelle di media dimensione, le associazioni dei consumatori hanno riscontrato una serie di disservizi tipici dei call center, segnalando all’Autorità  Garante delle Comunicazioni (Agcom) l’esigenza di intervenire.

L’Agcom ha cosଠemanato un provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 giugno, dando a tutte le imprese interessate un tempo piuttosto ristretto (due mesi dalla data di pubblicazione) per adeguare il servizio offerto alle inefficienze e inadeguatezze segnalate. Lo scopo èquello di rendere i servizi di call center molto pi๠“user friendly”.

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IRAP non dovuta: cosa fare

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Sentenze della magistratura, circolari dell’Agenzia delle Entrate, prassi diffuse da qualche anno: per varie strade si èormai radicata l’idea che molti contribuenti (liberi professionisti e non solo) non siano dotati di autonoma organizzazione e dunque non siano soggetti passivi dell’IRAP.

Ma manca proprio la cosa pi๠importante: una legge che stabilisca concretamente chi èscluso dall’obbligo e come egli si debba comportare.

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Studi di settore, solo il 39% si adegua

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Sono stati diffusi in questi giorni i risultati statistici sulla dichiarazione dei redditi del 2008 riferita all’anno precedente. L’analisi pi๠interessante riguarda i soliti, famigerati studi di settore.

Com’ noto, qualora il reddito e il volume d’affari IVA dichiarati sono al di sotto dei minimi calcolati dal sofisticato software Gerico, il contribuente puಠscegliere di adeguarsi spontaneamente dichiarando quel tanto di redditi e di fatturato che manca per raggiungere la congruità , e di conseguenza pagando pi๠imposte, oppure farne a meno e prepararsi ad affrontare un possibile accertamento fiscale.

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Orari di apertura dei negozi: le deroghe

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L’intersecazione di leggi nazionali, delibere comunali e libere decisioni dell’esercente possono facilmente confondere le idee al singolo cittadino: èper questo che la legge impone che ogni esercizio commerciale debba segnalare tramite cartelli visibili al pubblico i giorni e gli orari di apertura e chiusura del negozio.

Tale norma ètanto pi๠utile quando ricorre una delle numerose ipotesi in cui la legge prevede regole particolari, in deroga rispetto ai principi generali già  descritti.

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Orari di apertura dei negozi: regole generali

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L’articolo 11 e seguenti del decreto legislativo 114/1998 (il Testo Unico sul Commercio) stabilisce alcuni paletti generali su giorni e orari di apertura degli esercizi commerciali di vendita al dettaglio, lasciando alcune competenze di dettaglio ai singoli Comuni.

All’interno degli spazi delimitati dalla legge e dal Comune di competenza, il singolo negoziante puಠpoi decidere liberamente gli orari di apertura al pubblico del locale; ovviamente il discorso riguarda solamente l’apertura al pubblico, mentre attività  lavorative di altro genere (come la tenuta dei libri contabili o la pulizia degli ambienti) possono essere eseguite quando il commerciante preferisce.

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Nuova tempistica per la trasmissione telematica dei corrispettivi

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Sta entrando in vigore proprio in questi giorni il dispositivo del provvedimento emanato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate lo scorso 12 marzo e rivolto a tutti gli operatori nel settore della grande distribuzione organizzata.

Questi soggetti, identificati con supermercati e ipermercati con superficie di vendita superiore a 250 metri quadrati (o solo 150 se situati in Comuni di popolazione inferiore a diecimila abitanti), possono optare per rinunciare alla tenuta del registro contabile dei corrispettivi e a certificare con ricevute e scontrini fiscali le cessioni, purchè trasmettano telematicamente i corrispettivi stessi all’Agenzia delle Entrate.

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Proroga per i versamenti da UNICO

Oltre alla proroga per i rimborsi legati all’IRAP, in questi giorni gran parte dei contribuenti sono interessati dal rinvio di un’altra scadenza fiscale, decisa con un decreto ministeriale di prossima pubblicazione ma il cui contenuto ègià  stato anticipato.

I contribuenti che presentano il modello UNICO sono tenuti a versare i saldi e gli acconti dei tributi che ne derivano (IRPEF, IRES, addizionali regionali e comunali, imposte sostitutive, contributi INPS) entro il 16 giugno, oppure entro il 16 luglio con la maggiorazione dello 0,4%.

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Modelli studi di settore pubblicati

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Con un ritardo enorme rispetto agli anni passati (ma giustificato dalla necessità  di elaborare i correttivi necessari per tener conto degli effetti della crisi globale), nei giorni scorsi sono stati finalmente pubblicati i modelli ufficiali per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini degli studi di settore, che la gran parte dei soggetti titolari di partita IVA deve allegare alle rispettive dichiarazioni dei redditi se non ricorrono condizioni di esclusione o inapplicabilità .

I modelli sono in tutto duecentosei: centotrentasette immodificati dall’anno scorso e sessantanove sottoposti ad evoluzione. Secondo la legge, infatti, ogni studio deve essere rivisto ogni tre anni.

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Rimborsi IRAP, proroga a settembre

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Accogliendo al fotofinish il merito delle proteste e delle preoccupazioni espresse dalle associazioni dei contribuenti e dei loro consulenti professionali, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di rinviare di circa tre mesi il “click-day” relativo all’invio dell’istanza di rimborso dell’imposta sui redditi versata nel periodo 2005-2008 in seguito alla nuova possibilità  di dedurre dalla base imponibile il 10% dell’IRAP versata.

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Rimborsi IRAP, comincia la gara (II)

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Il tempo a disposizione per preparare l’istanza èdunque scarsissimo, e per di pi๠cade in un periodo in cui gli studi professionali sono già  ingolfati su mille altri fronti: IRPEF, IRES, IRAP, ICI, studi di settore… Senza contare, inoltre, che i calcoli da eseguire per l’istanza di rimborso sono tutt’altro che semplici.

Con un comunicato ufficiale, l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che i fondi stanziati dovrebbero comunque risultare sovrabbondanti rispetto alle esigenze, e quindi non ci sarebbe nessun bisogno di sgomitare il 12 giugno, potendo rimandare l’incombenza alle settimane successive; ma, come èvidente, fidarsi èbene fino ad un certo punto.

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Rimborsi IRAP, comincia la gara (I)

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Per dare un po’ di ossigeno ai contribuenti e, soprattutto, per contrastare la temutissima e ormai imminente sentenza della Corte Costituzionale sulla legittimità  dell’attuale indeducibilità  dell’IRAP dalla base imponibile dell’imposta sui redditi, il cosiddetto decreto “anticrisi” emesso alla fine dell’anno scorso ha stabilito che ditte individuali, liberi professionisti e società  possono portare in deduzione dal reddito imponibile il 10% dell’IRAP concretamente versato nel periodo d’imposta, seguendo il principio di cassa, purchè nel periodo medesimo si fossero sostenute spese per personale dipendente o parasubordinato e/o interessi passivi: non rileva l’entità , anche un solo euro èsufficiente per godere della deduzione forfetaria.

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Acconti contribuenti minimi

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L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che anche gli aderenti al regime contabile riservato ai cosiddetti “contribuenti minimi” sono tenuti a versare non solo il saldo dell’imposta sostitutiva dell’IRPEF per il 2008 ma anche la prima e seconda rata degli acconti sul 2009 (se dovuti).

In effetti, da pi๠parti ci si era domandati se i “minimi” avessero quest’obbligo, nell’assoluto silenzio delle istruzioni della dichiarazione dei redditi.

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