La recessione colpisce anche i professionisti

Sono ormai un ricordo lontano i tempi in cui i liberi professionisti potevano essere visti come una ristretta e facoltosa casta di privilegiati cittadini.

La continua crescita del loro numero nel corso degli ultimi decenni a fronte di un sistema imprenditoriale sostanzialmente statico ne ha ridimensionato nettamente le fortune, e in questo quadro la recessione di questi mesi non ha certo giovato.

Il discorso, perà², varia a seconda della categoria. Quella forse pi๠in difficoltà  ècostituita dagli ingegneri: sono oltre duecentomila in Italia a spartirsi una sempre pi๠magra torta, resa ancor meno appetibile con la crisi delle imprese le cui commesse determinano una quota enorme dei normali compensi.

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L’associazione in partecipazione e il patto di cointeressenza

Talvolta puಠverificarsi che un imprenditore necessiti del soccorso finanziario di un’altra persona ma non desideri avere un socio; oppure, al contrario, puಠessere il terzo ad avere interesse ad investire in una piccola impresa senza voler perಠstipulare un vincolo piuttosto impegnativo come sarebbe un contratto di società .

Il Codice Civile, negli articoli dal 2549 al 2554, prevede due istituti (piuttosto simili fra loro) che consentono di coniugare queste esigenze in maniera originale, che si pone al di fuori del consueto dualismo fra conferimenti di capitale proprio e finanziamenti con capitale di credito.

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Le regole per il lavoro notturno

La legge Biagi ha riformulato nel 2003 il concetto di “lavoro notturno”: ètale ogni prestazione lavorativa di durata pari almeno a sette ore consecutive delle quali almeno tre rientrino all’interno dell’intervallo compreso fra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Poichè certo pi๠gravosa dell’attività  svolta durante le ore del giorno, da molti anni la legge e i contratti collettivi hanno stabilito che l’imposizione al lavoratore di un orario di lavoro notturno èconsentita solo qualora vi siano delle effettive esigenze da parte del datore in relazione alla natura dell’attività  svolta.

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Negozio giuridico e il patto di famiglia (seconda parte)

Il patto di famiglia (come le sue eventuali modifiche o scioglimento) puಠessere redatto esclusivamente con la forma dell’atto pubblico.

In esso, il dante causa stabilisce di lasciare dopo la morte la titolarità  della propria azienda o di una partecipazione sociale ad uno o pi๠aventi causa. Poichè la finalità  èquella di mantenere nel tempo la titolarità  dell’azienda di famiglia, gli aventi causa possono essere solamente i figli o comunque i discendenti del titolare. Il contratto puಠessere gratuito od oneroso, a seconda dell’accordo fra le parti.

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Negozio giuridico e il patto di famiglia (prima parte)

negozio giuridico

Per molti decenni, il nostro ordinamento ha stabilito una regola ferrea in tema di successioni: l’unico istituto con il quale èpossibile disporre dei propri beni dopo la morte èil testamento. Qualunque altro negozio giuridico èradicalmente nullo, senza eccezioni.

Questa regola ha perಠtrovato una deroga due anni e mezzo fa, con lo sviluppo di un negozio giuridico del tutto nuovo, il patto di famiglia, oggi regolato negli articoli dal 768-bis al 768-octies del Codice Civile, introdotti con la legge 55 del 2006. Si tratta di un contratto il cui contenuto èmolto preciso: mentre infatti con il testamento il defunto puಠdisporre liberamente di tutti i suoi beni e diritti, anche non patrimoniali, il patto di famiglia risponde invece ad una ratio ben specifica.

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Il ritorno dei negozianti a credito

Negli ultimi trent’anni, la comparsa prima dei supermercati e poi degli ipermercati ha condannato ad una lenta agonia l’intero comparto dei piccoli esercenti: quell’esercito di botteghe sotto casa in cui la tipica massaia italiana si recava ogni mattina instaurando un rapporto di fiducia e conoscenza anche personale col gestore e i suoi commessi.

Oggi le casalinghe sono sempre di meno e il tempo a disposizione per fare la spesa èmeno ancora. Quindi, la soluzione dei grandi centri commerciali èspesso pi๠comoda, veloce ed economica, condannando i piccoli negozianti all’oblio.

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Precari e immigrati le prime vittime della crisi

Secondo le drammatiche previsioni del centro studi di Confindustria, fra la seconda metà  del 2008 e i primi sei mesi del 2009 si perderanno in Italia circa seicentomila posti di lavoro.
Se dunque ben pochi dipendenti possono dire di dormire sonni tranquilli, èchiaro che comunque alcune categorie dovrebbero soffrire pi๠di altre il momento di difficoltà  che stiamo vivendo.

Il primo anello debole della catena dell’occupazione, in particolare, sembra essere il lavoratore straniero, specie se extracomunitario, dotato di qualifiche generiche.

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Le grandi imprese nel mirino del Fisco

Giulio Tremonti

Fin dalle prime battute, le intenzioni del nuovo Governo in tema di controlli fiscali sono state chiare. Per espressa dichiarazione del ministro Tremonti, l’azione dell’Amministrazione Finanziaria deve concentrarsi maggiormente sui controlli nel territorio e meno sulla verifica della corretta regolarità  degli adempimenti formali.

In questo senso, parecchi di questi adempimenti sono stati soppressi (come l’elenco clienti-fornitori) mentre sono stati incrementati gli strumenti per i controlli sostanziali, e questo soprattutto a carico delle aziende di grandi dimensioni.

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Evasione fiscale del 2008, crescita senza fine

Possono essere letti in due modi, i pesantissimi dati sull’evasione fiscale del 2008 resi pubblici nel corso della tradizionale conferenza-stampa di fine anno del Comandante della Guardia di Finanza, il generale Cosimo D’Arrigo.

Vedendo il bicchiere mezzo vuoto, si ha la percezione dell’inguaribile tendenza italica a cercare quando possibile di schivare l’imposizione fiscale. Dall’altro lato, èpossibile apprezzare la crescita dei risultati dell’azione sul territorio da parte delle Fiamme Gialle.

àˆ proprio su questo punto che si sofferma l’attenzione del generale D’Arrigo, che segnala “una mirata e penetrante attività  di programmazione delle attività  di contrasto all’evasione”, con sensibili miglioramenti della resa media di ogni controllo (+30% circa).

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Regime agevolato per le nuove iniziative (quarta parte)

Si ègià  accennato al fatto che, qualora in corso d’anno siano superate le soglie di volume d’affari richieste per l’adesione al regime del “forfettino”, si decade dall’agevolazione.
La legge, in particolare, distingue due diverse ipotesi con relative conseguenze.

La regola generale, infatti, èquella secondo cui il superamento della soglia comporta che dall’anno successivo si decada dal regime agevolato.

Se perಠavviene che la soglia èsuperata di oltre il 50%, allora la decadenza dal regime si ha già  nel periodo d’imposta in corso, con effetto retroattivo: questo significa che il contribuente dovrà  per esempio operare a posteriori le liquidazioni IVA dei mesi o trimestri precedenti con gli eventuali versamenti (necessariamente tardivi, con tutte le relative conseguenze), nonchè affrettarsi a compilare le scritture contabili riferite al periodo dal primo gennaio dell’anno in corso in avanti.

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Regime agevolato per le nuove iniziative (terza parte)

Una volta rispettati tutti i requisiti, quali sono i vantaggi dell’adesione al “forfettino”?

Innanzitutto, viene meno l’obbligo di tenere la contabilità : sarà  perciಠsufficiente emettere tutte le fatture e conservare tutti i documenti d’acquisto, ma senza bisogno di registrare alcunchè.

In secondo luogo, l’IVA ècalcolata solamente una volta all’anno, in sede di dichiarazione. Viene perciಠmeno l’obbligo di tutte le liquidazioni e i versamenti infrannuali, compreso l’acconto di dicembre.
In terzo luogo, nelle fatture emesse non si subisce alcuna ritenuta d’acconto, purchè si specifichi nel documento stesso che il compenso, essendo “soggetto ad imposta sostitutiva ex art. 13 L. 388/2000” (questa la dicitura da inserire in fattura), non èsottoposto ad alcuna ritenuta.

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Regime agevolato per le nuove iniziative (seconda parte)

plico di soldi di un pagamento

Quali sono i requisiti che occorre detenere congiuntamente per aderire al “forfettino”?

Innanzitutto ènecessario che si tratti a tutti gli effetti di una nuova iniziativa; essa non deve consistere in alcun modo nella prosecuzione di un’attività  già  eseguita in precedenza sotto altra forma. L’unica eccezione si ha per i professionisti che si mettono in proprio dopo il tirocinio legale.

In secondo luogo, ènecessario che il volume d’affari (determinato secondo le ordinarie regole della legge IVA) non superi determinate soglie: € 30.987,41 per i professionisti e per le imprese che prestano servizi. oppure € 61.974,82 per le imprese che operano cessioni di beni.

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La Borsa del Lavoro

lavoro subordinato

Dagli anni Novanta ad oggi, il sistema del collocamento si èmodificato in maniera radicale.

Se un tempo il lavoratore poteva trovare lavoro in ambito privato quasi esclusivamente attraverso il sistema pubblico mediante gli uffici di collocamento, oggi la regola èdata dal libero incontro sul mercato da parte della domanda e dell’offerta di lavoro.

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Regime agevolato per le nuove iniziative (prima parte)

logo dell\'agenzia delle entrate

L’introduzione con la legge Finanziaria dell’anno scorso del regime contabile agevolato per i contribuenti minimi (il cosiddetto “forfettone”, di cui tanto si èparlato) ha spinto il legislatore a spazzare via diversi regimi agevolativi preesistenti che in verità  avevano avuto un ben scarso successo, per sostituirli col nuovo regime cui l’ex-ministro Padoa Schioppa ha puntato con decisione.

Esiste solo un regime agevolato preesistente che èsopravvissuto all’azzeramento del 2007: si tratta del cosiddetto “forfettino”, ossia il regime contabile agevolato per le nuove iniziative d’impresa e di lavoro autonomo introdotto nel nostro ordinamento con l’art. 13 della L. 388/2000.

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Contratto di inserimento

Introdotto nel nostro ordinamento nel 2003 con la famosa “legge Biagi”, il contratto di inserimento ha sostituto il precedente contratto di formazione e lavoro, di cui riprende buona parte della filosofia di base.

L’idea èquella secondo cui l’impresa offre al lavoratore di acquisire una base di esperienza che gli sarà  utile nella sua successiva carriera lavorativa.

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