IVA di cassa

iva di cassa

Dal 2009 e per tre anni in via sperimentale, si rivoluziona il sistema dell’esigibilità  dell’imposta sul valore aggiunto.

Secondo le attuali regole, l’IVA costituisce un debito dell’emittente verso l’Erario nel momento stesso in cui egli emette la fattura. Vi sono perಠgià  oggi alcune eccezioni: per le fatture emesse verso enti pubblici e per la cessione di alcuni particolari prodotti farmaceutici, esiste la possibilità  di richiedere l’esigibilità  differita, indicandola direttamente in fattura: il debito d’imposta sorge cosଠsolo quando si incasserà  il pagamento dal cliente.

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Adesione agli inviti al contraddittorio

Continuano gli sforzi di fantasia del legislatore per individuare nuovi strumenti che evitino il ricorso al contenzioso tributario in caso di controversia fra il contribuente e l’Amministrazione Finanziaria.

Dopo l’accertamento con adesione ordinario e l’adesione ai PVC (processi verbali di constatazione), ora arriva anche la possibilità  di aderire agli inviti che l’Agenzia delle Entrate invia al contribuente perchè quest’ultimo possa difendersi in contraddittorio dalle ipotesi di accertamento eseguite dal Fisco.

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Calo dell’inflazione a +2,7%

l\'inflazione diminuisce

Tra i vari segnali che portano a pensare a una crisi dei consumi causata da questa crisi finanziaria èl’andamento dei prezzi e quindi l’andamento dell’inflazione. In questi giorni abbiamo visto una forte diminuzione del prezzo del petrolio che ha aiutato a far scendere, se pur molto lentamente, anche il prezzo dei carburanti. Nonostante il prezzo dei carburanti sia ancora molto alto in confronto alla discesa del petrolio, abbiamo rilevato una forte diminuzione.

Oltre agli idrocarburi, sono scesi un po’ tutti i prezzi causati dalla forte discesa della domanda che ha causato immediatamente una ripercussione sull’inflazione che risulta essere scesa come nell’anno 1959.

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Come combattere la recessione

Le imprese italiane, gli imprenditori italiani, ma soprattutto l’amministrazione pubblica dovrebbe riflettere sulla situazione economica americana. Nonostante la crisi economica in atto, il prodotto interno lordo americano ha subito un primo trimestre sorprendentemente buono registrando un tasso di crescita di oltre il 3% mentre in Italia la situazione èin stallo e si prevede addiritttura una recessione.

Da notare èl’andamento del dollaro che nell’ultimo periodo si èreso protagonista dell’andamento dell’intera economia americana. Arrivando a toccare l’1,5 dollari per comprare un euro, si sono viste in America forti esportazioni che hanno ovviamente aiutato la crescita dell’industria con una relativa capitalizzazione.

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Software gratuiti da Unioncamere per le piccole e medie imprese

Unioncamere, la struttura che coordina le attività  delle oltre cento Camere di Commercio disseminate nella Penisola, ha messo a punto un pacchetto di servizi a favore delle piccole e medie imprese.

Per l’esattezza, sono stati approntati tre diversi software che le PMI iscritte potranno liberamente scaricare e utilizzare senza alcun onere. Oggi sono solo una quarantina gli enti pronti ad offrire tali servizi, ma entro il 31 dicembre l’iniziativa dovrebbe essere disponibile ovunque.

Il primo applicativo si chiama “Incontrerete”: èfinalizzato a favorire l’incontro fra domanda e offerta di attività  imprenditoriali.

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ISO 14001: la certificazione ambientale stenta ad affermarsi

Gli organismi italiani abilitati ad attribuire le patenti di “qualità â€ alle imprese che operano secondo i rigidi dettati delle normative ISO lamentano una ridotta frequenza con cui riconoscono il rispetto della norma ISO 14001, sulla tutela dell’ambiente.

Le imprese che ottengono tale riconoscimento, infatti, sono certamente in crescita, ma restano in numero molto basso rispetto alla totalità .

Sembra tuttavia, secondo alcune previsioni, che l’anno della svolta sarà  proprio il prossimo. Sarà  allora, infatti, che dovrebbero decollare alcuni progetti diretti a favorire un singolare scambio. Le imprese aderenti porteranno a termine progetti di crescita sostenibile nei Paesi in via di sviluppo ottenendo in cambio significativi sconti sui tagli alle emissioni di gas-serra previste dalle leggi applicative del Protocollo di Kyoto.

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ISFOL: punto sull’occupazione in Italia

Sergio Trevisanato, presidente dell’ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori), ha illustrato alla Camera dei Deputati gli sconfortanti risultati dell’analisi sull’occupazione in Italia condotta dall’ente nel 2008.

Il quadro presenta molti punti che generano sconforto. La situazione èmolto grave soprattutto per quello che riguarda le Regioni meridionali: si calcola che siano quasi un milione e mezzo i lavoratori in nero, includendo sia quelli del tutto privi del contratto di lavoro (tre su quattro) che quelli che un contratto l’hanno stipulato ma ècome se non esistesse, in quanto orari e retribuzione sono ben lontani dall’essere rispettati.

Nel Sud, il tasso di disoccupazione si aggira intorno all’11%, contro il 6% del Nord, ma le punte sono in realtà  ben pi๠elevate se consideriamo le persone senza un’elevata qualificazione professionale, e soprattutto i giovani e le donne (oltre il 50% delle donne meridionali non lavora).

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Diritto d’interpello: quinta parte

L’iter descritto negli articoli precedenti, molto lineare, costituisce l’ordinaria procedura d’interpello. Puಠperಠverificarsi il caso in cui tale linearità  venga messa a repentaglio quando l’ente interpellato emette in tempi successivi due pareri di tenore diverso.

All’ente èinfatti riconosciuto dalla legge il diritto di rettificare un suo primo parere con un secondo successivo. In tutti i casi, il secondo parere non puಠessere emesso oltre il termine massimo di centoventi giorni da quando èstata notificata la richiesta d’interpello del contribuente
A questo punto possono verificarsi due situazioni. Se il cittadino non ha ancora posto in essere alcun comportamento in risposta al primo parere, allora il secondo sostituisce a tutti gli effetti il precedente, che ècome se non fosse mai esistito.

Se invece egli ha già  agito, allora il secondo parere ègiunto “fuori tempo massimo”, e dunque sarà  proprio quest’ultimo a doversi considerare come mai emesso.

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Diritto d’interpello: quarta parte

L’ente competente notifica la sua interpretazione al contribuente entro centoventi giorni. Essa, che confermi o meno la soluzione suggerita dall’istante, non stabilisce una verità  assoluta bensଠsolo il parere dell’Amministrazione Finanziaria.

Nel nostro Paese vige sempre la libertà  di interpretazione: le risposte agli interpelli sono “documenti di prassi”, cioètali da persuadere i cittadini a seguire un certo comportamento, ma senza comunque vincolarli. Oltretutto, nemmeno l’ente ètenuto ad uniformarsi, tanto che èfrequente che di fronte a due distinti interpelli, il medesimo ente cambi idea e fornisca un’interpretazione diversa su un caso identico a quello già  valutato a suo tempo.

Il contribuente potrà  dunque sentirsi libero di uniformarsi o meno all’interpretazione offerta dall’ente. Ma esiste una differenza notevole rispetto al già  descritto caso della consulenza rispetto ad una domanda di carattere generale, ed èlegata all’onere della prova.

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Diritto d’interpello: terza parte

L’interrogativo posto dal contribuente puಠconcernere qualunque materia di ambito tributario, senza limiti di argomento.

Egli deve esporre e sottoscrivere il suo caso per iscritto, in carta libera e in esenzione da imposta di bollo, e inviarlo tramite raccomandata oppure consegnarlo a mano all’ente competente, che avrà  centoventi giorni per rispondere.

In particolare, se il discorso riguarda un’imposta locale occorrerà  riferirsi ovviamente all’ente amministrativo corrispondente, mentre nell’ipotesi di un tributo erariale ci sono varie alternative: se la questione riguarda la materia doganale o problemi legati al catasto, l’interpello andrà  inviato rispettivamente alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Dogane oppure del Territorio.
Negli altri casi occorrerà  riferirsi all’Agenzia delle Entrate, solitamente alla Direzione Regionale, ad eccezione dei casi in cui l’interpellante sia un ente pubblico oppure sia un privato che nell’anno precedente ha ottenuto ricavi superiori a 258 milioni di euro circa, perchè in questo caso la sede competente èquella centrale, a Roma.

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Diritto d’interpello: seconda parte

Ridurre i ricorsi al contenzioso tributario, che oppone processualmente il contribuente all’Amministrazione Finanziaria, èdivenuto negli anni Novanta uno degli obiettivi fondamentali della politica fiscale italiana.

Il contenzioso si trascina per molti anni, ha un costo pesante per i cittadini e per lo Stato, e ingolfa ulteriormente la già  affaticata macchina della giustizia.
Per questo, alla fine del Novecento furono introdotti una serie di istituti innovativi (i cosiddetti “strumenti deflattivi del contenzioso”), che consentissero di prevenire o risolvere anticipatamente le controversie senza ricorrere alle commissioni tributarie. Fra questi istituti deflattivi, ricordiamo il ravvedimento operoso, l’accertamento con adesione e il diritto d’interpello.

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Diritto d’interpello: prima parte

I casi della vita sono infiniti, e per quanto una legge possa essere dettagliata, ci saranno sempre degli interstizi non regolamentati fra un articolo e l’altro.

Il discorso diventa tanto pi๠valido se analizziamo la sfera della normativa tributaria. Nel nostro Paese, la produzione di leggi, decreti e regolamenti èsempre stata cosଠfrequente e spesso contraddittoria da lasciare spazio ad un’infinità  di dubbi sull’applicazione concreta di questo bagaglio normativo nella vita di tutti i giorni. E cosà¬, capita ad ogni contribuente di imbattersi in una situazione nella quale non sa esattamente quale norma applicare, o come essa debba essere interpretata in relazione al suo problema.

Nei Paesi anglosassoni èstato introdotto da molti anni un istituto, il ruling, che ha avuto cosଠtanto successo da essere stato esportato in tempi successivi anche in altri Paesi.

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Job-sharing: il lavoro ripartito

job sharing

Fra i tanti contratti introdotti nel nostro ordinamento dalla controversa e celeberrima legge-Biagi, uno dei meno noti e pi๠anomali ècertamente il lavoro ripartito, definito pi๠comunemente job-sharing, secondo la dizione anglosassone. In effetti, èuna tipologia di contratto di lavoro subordinato che ènata anni addietro negli Stati Uniti, e solo in tempi molto recenti si ècercato di introdurla in Europa.

Per il momento, comunque, non sembra avere avuto grande diffusione, forse anche per la sua scarsa notorietà ; e tuttavia, in condizioni particolari potrebbe essere una soluzione ottima per i lavoratori, soprattutto quando hanno anche una seconda attività  (di lavoro o di studio).

In pratica, si ha a che fare con un contratto di lavoro subordinato che nelle sue caratteristiche generali (diritti e obblighi reciproci, stipulazione ed estinzione, orario, ferie ecc.) non si discosta in alcun modo dalla tipologia ordinaria. La differenza consiste nel fatto che, a fonte di un unico datore, avremo due o pi๠lavoratori.

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Per le imprese liguri il futuro si chiama zona franca

Sebbene i progetti del governatore Burlando sull’innovazione tecnologica, per la gran parte delle imprese operanti in Liguria, soprattutto di piccole e medie dimensioni, ben pi๠coinvolgente èl’ipotesi della zona franca.

Il Comune costiero di Ventimiglia (IM), l’ultimo prima del confine con la Francia, spera infatti di poter diventare presto una terra dove le piccole aziende siano esenti dall’imposizione fiscale. Questa innovazione non solo potrebbe arrecare un giovamento enorme, com’ ovvio, alle imprese ivi localizzate, ma avere un effetto a catena benefico sull’intera economia ligure.

Nei prossimi mesi dovrebbero infatti arrivare a termine il progetto istitutivo di ventidue zone franche site in aree urbane a forte disagio sociale ed economico, di cui Ventimiglia sarà  l’unica localizzata nel Nord. Sarà  anche la pi๠piccola di tutte, e le imprese che vi saranno avviate godranno di rilevantissimi sgravi fiscali in termini di IRPEF, IRAP, ICI e contributi previdenziali.

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Claudio Burlando e la Liguria puntano sull’innovazione

Claudio Burlando

Il governatore Claudio Burlando ci crede veramente. Per il rilancio economico della sua Regione, stretta fra le Alpi e il mare, la strada maestra deve essere quella dell’innovazione in tutti i campi dell’alta tecnologia.

La Liguria sforna decine di giovani ricercatori di livello eccellente, ma la maggior parte di essi deve cercare lavoro al di fuori dei confini regionali se non addirittura all’estero, per la carenza di opportunità  offerte dalla terra d’origine.

E l’economia ligure soffre giorno dopo giorno lo smantellamento progressivo dei propri colossi industriali, a partire dall’Italsider, in crisi forse irreversibile.
Circa una cinquantina di milioni di euro sono stati recentemente stanziati da Burlando per sostenere la domanda di innovazione e le reti fra imprese ed enti di ricerca pubblici e privati. Ma la vera punta di diamante della sua amministrazione sarà  lo stanziamento di trecento milioni destinati a finanziare nuovi bandi per il sostegno alla creazione di imprese basate sull’innovazione.

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