Quali sono i punti della riforma pensioni di Tito Boeri? Sono 5 e sono stati esposti con la speranza di essere accolti dal Parlamento e dal Governo ma senza sovrapposizione con l’attività legislativa e governativa. Proviamo a fare una sintesi.Â
I conti dell’INPS che vanta un rosso molto importante nelle sue casse, mettono a repentaglio la sicurezza sociale del Paese. Tito Boeri, presidente dell’INPS, spiega quali sono i 5 punti che dovrebbero essere usati per riformare il sistema pensionistico tricolore:
Flessibilità sostenibile, una rete di protezione sociale dai 55 anni in su, unificazione delle posizioni assicurative (con la fine delle ricongiunzioni onerose), armonizzazione dei tassi di rendimento e nuove opportunità di versamenti.
Per quanto riguarda la panoramica finanziaria dell’istituto di previdenza sociale ci affidiamo alla ricostruzione proposta dall’Huffington Post:
I conti: rosso da quasi 13 miliardi. La relazione. Quanto ai conti dell’Istituto, la relazione ha evidenziato come nel 2014 l’Inps abbia avuto un risultato economico di esercizio negativo per 12,7 miliardi e un disavanzo finanziario di competenza di 7,8 mld. La sostenibilità del sistema di sicurezza sociale, ha perಠpuntualizzato l’Istituto, “non èa rischio”. Il patrimonio netto èsalito da 9.028 a 17.952 mld grazie al ripianamento dei debiti verso lo Stato dell’ex Inpdap di 21,7 miliardi.
4 pensionati su 10 sotto i 1000 euro. Sul fronte della distrubuzione degli assegni, in linea con gli anni passati, oltre 6,6 milioni di pensionati in Italia (il 42,5% del totale) hanno redditi da pensione inferiori a 1.000 euro al mese, anche se questa fascia di persone assorbe solo il 18,9% della spesa complessiva ricevendo nel 2014 poco pi๠di 50 miliardi di euro.
652 mila beneficiari Aspi. In crescita il numero dei beneficiari del sussidio Aspi. Nel 2014 sono state presentate oltre 1,5 milioni di domande per l’assicurazione contro la disoccupazione, con un aumento del 14,6% sul 2013 ma il valore medio dei beneficiari del sussidio èstato di 652.985 con un aumento del 78,9% sul 2013 (anno nel quale èntrata in vigore e nel quale si registravano pero 271.000 beneficiari medi di disoccupazione non agricola). Per il sussidio sono stati spesi nell’anno 9,6 miliardi a fronte di appena 4,6 miliardi di contributi incassati.