La riforma delle pensioni èil punto di svolta o il tallone d’Achille di tutti i governi. Sotto attacco il gabinetto Renzi che adesso deve ricevere indicazioni e critiche proprio dal presidente dell’INPS che invoca entro l’anno una riforma della legge Fornero.Â
«Non èpossibile proseguire con interventi una tantum. Serve una maggiore flessibilità dei requisiti di pensionamento subito - ha ribadito il presidente dell’Inps, Tito boeri, intervenendo questa mattina a un convegno sulla previdenza organizzato a Torino - Se sbloccassimo in parte la situazione creeremmo condizioni pi๠favorevoli all’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani. Questo èun problema serissimo per il loro futuro previdenziale – ha detto Boeri – prima si èdetto che sarebbe stata fatta nel 2015, poi nel 2016 adesso si parla della legge di stabilita’ del 2017. Se si fa, va fatta subito».
La dichiarazione del presidente dell’Inps èstata riportata dai maggiori giornali che si occupano di temi pensionistici. Boeri ha praticamente indicato come non sufficienti le misure approntate nell’ultima legge di stabilità che rispondono pi๠che altro a logiche d’emergenza.
«Bisogna ridurre una complessità normativa che e’ fonte di ritardi, c’èinoltre un quadro legislativo complesso che crea differenze di trattamento. In questo senso, se andassimo verso un sistema pensionistico che sfrutta di pi๠la flessibilità  supereremmo questo problema: à¨Â molto difficile misurare le speranze di vita di chi svolge determinate professioni» ha concluso.
Già nel 2015 Boeri era passato all’attacco presentando al Governo un intervento organico in cinque punti di revisione della Legge Fornero per rispondere ad alcuni dei principali problemi creati da un allungamento dell’età pensionabile:
- l’introduzione di un sostegno al reddito di 500 euro al mese per i disoccupati ultra 55 enni in situazione di bisogno economico graduato in funzione della numerosità del nucleo familiare in grado di accompagnarli alla pensione;
- la previsione di pensionamenti flessibili a partire da 63 anni e 7 mesi con una penalità massima del 9-10% sulle quote retributive dell’assegno;
- la possibilità di riunire tutta la contribuzione frutto di carriere discontinue per accedere alla pensione (superando la cd. ricongiunzione onerosa dei contributi);
- la previsione di un contributo di solidarietà sulle pensioni medio alte in essere cioèsuperiori a 3mila euro lordi al mese (che resta il punto pi๠controverso del piano);
- il ricalcolo in chiave contributiva di tutti i vitalizi erogati ai politici; possibilità per il datore di lavoro di continuare a versare i contributi al lavoratore una volta in pensione per integrargli la rendita pensionistica.