Il governo ha trattato con i sindacati alcuni punti chiave della riforma pensioni. Abbiamo già riportato i 5 punti chiave della discussione ma ci siamo poi soffermati soltanto sull’APE. Ecco tutte le altre novità nei dettagli.
Tra i pensionati e gli aspiranti tali ci sono tanti lavoratori precoci, persone che hanno iniziato a lavorare in modo regolare prima del compimento dei 18 anni. Questi “precoci” sono una popolazione che oscilla tra i 3,5 e i 4,8 milioni di persone. Sono lavoratori che potrebbero generare nei prossimi anni un flusso di uscite anticipate a gruppi di 60-70 mila persone all’anno. I lavoratori precoci in genere vantano 41 anni di contributi che gli sono già stati riconosciuti dal governo. Adesso si pensa di restringere il flusso dei pensionati precoci discutendo sulle 52 settimane minime di lavoro e sulle 104 settimane come limite massimo, uno o due anni con un riconoscimento di un bonus che varia tra i 4 e i 6 mesi a seconda di quanti saranno i beneficiari.
La riforma delle pensioni prende in esame anche le ricongiunzioni non onerose. Il Governo vorrebbe infatti cancellare gli oneri previsti per le ricongiunzioni di contributi versati in gestioni diverse. Si punta ad eliminare il vincolo del requisito minimo in una singola gestione che attualmente impedisce la ricongiunzione gratuita e riconoscere invece il calcolo complessivo per il ritiro anticipato dal lavoro e non solo per vecchiaia.
Poletti ha confermato che nel pacchetto pensioni previsto dal governo ci saranno anche delle semplificazioni legate a chi svolge un lavoro usurante. Si ipotizza infatti un ripensamento del meccanismo di adeguamento automatico dei requisiti rispetto all’aspettativa di vita. Una misura che sarà affrontata perಠin un secondo momento, in quella che già èchiamata riforma Nannicini.