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Pensione anticipata agli invalidi oltre il 60%

Rispetto alla pensione anticipata agli invalidi oltre il 60% ci sono due disegni di legge in Parlamento. Ecco di quali normative stiamo parlando. 

Il disegno di legge S.1808 depositato in Senato nel 2015 e il disegno di legge Ac 3448 presentato agli inizi del 2016 alla Camera, parlano entrambi di un’operazione delicata, quella di agevolare il pensionamento dei lavoratori invalidi che possono soffrire pi๠di altri l’allontamento della pensione dopo la revisione dell’età  pensionabile.

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L’obiettivo èsempre quello di tamponare una situazione creata dalla legge Fornero. I promotori delle due leggi dicono che gli invalidi ai fini pensionistici sono stati assimilati (ingiustamente) ai lavoratori sani. Per questo, riprendendo una normativa del 2004 che parlava dell’opzione donna, ha provato a ribaltare la disparità  di trattamento tra i pensionati:

“Se da un lato le politiche sociali hanno teso la mano nei confronti delle donne, il medesimo atteggiamento non si èregistrato nei confronti di coloro che, per motivi diversi, si trovano nella difficile situazione dell’invalidità  civile, creando una disparità  di trattamento che appare irragionevole. Ci troviamo pertanto di fronte ad un sistema pensionistico che agevola il prepensionamento per le donne senza prevedere il medesimo trattamento nei confronti di coloro che versano in situazione di accertata difficoltà  fisica. I lavoratori invalidi ai fini pensionistici sono equiparati, di fatto, ai lavoratori sani”

Entrambe le proposte intendono riconoscere il pensionamento anticipato per gli invalidi per qualsiasi causa, ai quali sia stata riconosciuta un’invalidità  superiore al 60 per cento o che rientrino tra le prime quattro categorie della tabella allegata al T.U. in materia di pensioni di guerra. Cosଠspiega anche Pensioni Oggi sottolineando la portata di un’eventuale riforma:

Un totale di circa 200-250mila lavoratori in condizioni di difficoltà  ai quali sarebbe garantita la possibilità  di accedere alla pensione in presenza di un’anzianità  contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un’età  pari o superiore a 57 anni per i dipendenti e a 58 anni per gli autonomi.