Ci saranno almeno 5 modi per ritirarsi dal lavoro e uno di questi sarà andare in pensione anticipatamente rispetto alla soglia anagrafica e contributiva prevista. Sulla base della combinazione di questi due elementi ci potrà essere una variazione della penalizzazione sull’assegno. Proviamo a capire meglio il meccanismo.Â
I riferimenti che bisogna dare sono due:
- parliamo del progetto di legge 857,
- l’età da tenere a mente è66 anni e 35 anni di contributi.
Chi puಠchiedere di andare in pensione anticipatamente? Tutti coloro che rispettando il minimo contributivo e variando l’età del pensionamento, maturano comunque un assegno pari ad almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
Oggi la pensione di vecchiaia si puಠottenere con 20 anni di contributi e:
- 66 anni + 3 mesi di età per gli uomini
- 66 anni + 3 mesi di età per le donne impiegate nel settore pubblico
- 63 anni  + 9 mesi di età per le donne impiegate nel settore privato.
Il progetto di legge dice che chi ha i requisiti puಠchiedere la pensione anticipata ma il suo assegno subirà una decurtazione del 2% per ogni anno che precede il 66esimo fino ad un massimo di penalizzazione dell’8% (max 62 anni). Stesso discorso se si resta a lavoro oltre i 66 anni: l’assegno cresce del 2% ogni anno fino ad un massimo di 8 punti percentuali (max 70 anni).
Ne consegue che chi ha 62 anni e rispetta i requisiti di legge, puಠchiedere la pensione anticipata. Se ha 35 anni di contributi avrà una penalizzazione dell’8% ma se gli anni di servizio sono 38 la penalizzazione scende al 6,9% e se gli anni di servizio sono addirittura 40, la penalizzazione scende ancora al 3%.
Esempio pratico: un lavoratore nato nel 1953 (62 anni)
Chiedendo la pensione anticipata dovrebbe aspettarsi il taglio dell’importo dell’assegno pari all’8%. Questo perಠvorrebbe dire che l’aspirante pensionato ha soltanto 35 anni di contributi mentre un 62enne di oggi èfacile che abbia iniziato a lavorare anche prima dei 27 anni (62 anni – 35 anni di contributi). àˆ molto pi๠facile che abbia iniziato a lavorare tra i 22 e i 25 anni e quindi possa vantare dai 37 ai 40 anni di contribuzione.
Per ottenere il massimo, invece che aspettare i 66 anni e il 2019, potrebbe invece arrivare a 64 anni nel 2017 e con almeno 37 anni di contributi (ma saranno in media di pià¹), ottenere una penalizzazione del 3,3% (invece che dell’8%).