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Pensione di reversibilità  (prima parte)

vecchietta in pensione

Quando un pensionato muore, spesso viene cosଠa mancare una fonte di sostentamento indispensabile per i suoi parenti pi๠stretti. àˆ per venire loro incontro che, nella funzione di Stato sociale assegnata alla Repubblica, la nostra legislazione prevede che – in presenza di precisi requisiti – tale pensione venga in tutto o in parte attribuita ai suoi cari. In questo caso, si parla di “pensione di reversibilità â€ e i parenti beneficiari sono definiti “superstiti”


Una fattispecie molto simile èpoi quella della pensione indiretta: èattribuita quando il defunto non era ancora pensionato ma al momento della morte aveva comunque già  versato almeno quindici anni di contributi, oppure almeno cinque di cui almeno tre nel quinquennio precedente alla data della sua morte. Nel proseguimento, tuttavia, utilizzeremo esclusivamente il termine “reversibilità â€, giacchè le due discipline sono pressochè identiche.


Chi sono i superstiti? Innanzitutto, il coniuge non legalmente separato o divorziato, oppure separato o divorziato (purchè non risposato) e, in caso di addebito di colpa, beneficiario di un assegno di mantenimento (chi ha avuto un’indennità  una tantum èquindi escluso). Se il defunto manteneva una ex-moglie e si era risposato, entrambe le donne (o gli uomini, nel caso inverso) concorreranno alla pensione di reversibilità .
Sono superstiti anche i figli del defunto (legittimi, naturali e adottivi), purchè minorenni oppure inabili al lavoro.

Se maggiorenni, sono superstiti solo se frequentano ancora la scuola e non hanno compiuto i ventuno anni, oppure frequentano l’università  (per la laurea triennale o la specializzazione), purchè non siano fuoricorso e non abbiano compiuto ventisei anni.

In assenza di rappresentanti delle categorie indicate, divengono superstiti i genitori, o, in loro mancanza, i fratelli e le sorelle.

Si noti che il partner non sposato, convivente o meno, non vanta alcun tipo di diritto.