Ritenendo questa soluzione troppo penalizzante, il successore al Ministero del Welfare, Cesare Damiano, scelse di abolire lo “scalone “ e di sostituirlo con i cosiddetti “scaliniâ€, ossia un incremento graduale nel tempo dei requisiti anagrafici.
A poco a poco, la riforma Damiano sta entrando in vigore: la conclusione del percorso e il raggiungimento dell’obiettivo dei tre anni in pià¹, infatti, sono previsti entro il 2013.
Il prossimo step ènel prossimo luglio: èda martedଠ1, infatti, che scatterà l’obbligo di raggiungere “quota 95†a carico di tutti i lavoratori dipendenti. Occorrerà infatti sommare gli anni di età e quelli di contribuzione al fondo pensionistico di appartenenza: se la somma raggiungerà (o supererà ) 95, i requisiti per la pensione saranno soddisfatti.
Se invece il lavoratore èun autonomo iscritto alla gestione per i commercianti o gli artigiani, occorrerà un anno in pià¹: la quota richiesta, infatti, è96.
In ambedue i casi, èperಠindispensabile che l’età anagrafica sia pari almeno a cinquantanove anni.
Discorso diverso se si sono maturati quarant’anni di contributi: in quest’ipotesi, viene meno il sistema delle quote e si puಠandare in pensione a qualunque età .
Anche una volta soddisfatti i requisiti indicati, tuttavia, prima di andare concretamente in pensione occorrerà aspettare ancora parecchio: bisognerà infatti approfittare di una delle cosiddette “finestreâ€, ossia quei ridotti periodi dell’anno in cui èpossibile andare davvero a riposo.